giovedì 30 agosto 2012

L'intervista del card. Bagnasco a Radio Vaticana negli articolati commenti di Salvatore Izzo

BAGNASCO: CATTOLICI FEDELI SU ETICA, COLLABORINO A  RIFORMA STATO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 ago. 

Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, non vede di buon occhio l'ipotesi di una presenza cattolica in alleanze caratterizzate da una visione libertaria sui temi dell'etica. 
Ai microfoni della Radio Vaticana, il porporato ribadisce infatti che "i cattolici hanno un grave dovere di esserci in politica, il dovere di una testimonianza, come per ogni cristiano, e il coraggio di avere la propria identita' e la propria coscienza cristiana, senza complessi di subalternita' verso nessuno".
Secondo il cardinale, "per invertire certe derive culturali o sociali o politiche, e' necessario in certi momenti, soprattutto in certi momenti storici, non essere preoccupati dei propri interessi ne' di carriera ne' succubi di ideologie". "Non bisogna - ripete - avere paura di apparire superati o isolati. Devono esserci i cattolici in politica, molti e preparati, con coerenza". 

Nell'intervista, il presidente della Cei afferma inoltre che la riforma dello Stato rappresenta "il primo passo assolutamente necessario" verso una riconciliazione tra i cittadini e la politica". Bagnasco, cioe', ritiene necessario realizzare attraverso nuove leggi ad hoc "uno Stato che sia piu' agile, piu' rappresentativo, e nello stesso tempo piu' sussidiario e solidale".        
"Ma - avverte Bagnasco chiamando ancora in causa il ruolo dei cattolici - ci vuole anche una riforma culturale, non solo strutturale, perche' e' un primo passo necessario ma non sufficiente. Se non si opera anche questa riforma culturale piu' decisa e piu' chiara, nel senso piu' solidarista, piu' relazionale, meno individuale, senza questa riforma educativa, si affermera' sempre di piu' una concezione asociale della societa', dove cioe' chi e' piu' forte va avanti".
Nell'intervista all'emittente della Santa Sede, Bagnasco commenta l'appello all'impegno costruttivo che egli stesso ha lanciato ieri dal Santuario della Madonna della Guardia che domina Genova. Un appello, spiega, necessario perche' "il momento della crisi che viviamo ormai da tempo riveste un carattere non soltanto di gravita' ma di eccezionalita' e che pertanto chiede l'attenzione e il contributo di tutta la societa' nelle sue articolazioni, a tutti i livelli". "Mi pare - confida il cardinale - che questa sia la chiave di lettura corretta della mia omelia di ieri, senza dimenticare l'attenzione che oggi e' richiesta da parte di tutti quanti sui problemi piu' urgenti che la gente sente, che sono il problema economico, il problema del lavoro, e poi la riforma dello Stato, la riforma della politica. Sono i problemi che richiedono un'attenzione assoluta, senza distrazione".
Secondo Bagnasco, non bisogna lasciarsi scoraggiare dalla gravita' del male che incombe: anche se la crisi attuale "qualche rischio lo comporta perche' laddove c'e' incertezza, c'e'  difficolta', certamente il male puo' avere buon gioco". "Pero' - tiene a sottolineare - c'e' anche da dire e ricordare fermamente che la responsabilità di tutti ha in mano il proprio destino, basta che non ci si isoli gli uni dagli altri nell'ambito sociale. La Chiesa fa il suo dovere, con responsabilita', nel nome del Signore annunciando la speranza affidabile che e' Cristo Gesu' e nello stesso tempo stando vicina alla gente con la fittissima rete delle parrocchie, delle associazioni, dei gruppi, per essere un punto di riferimento per tante situazioni di difficolta'".
Infine il presidente della Cei ritorna sul tema della famiglia fondata sul matrimonio tra un uome e una donna come valore da tutelare: "la famiglia naturale, cosi' come la conosciamo, come la viviamo, e' talmente importante, anzi essenziale per la societa', che - scandisce - si rivela ancora una volta il nucleo fondamentale di tenuta della societa' stessa nel suo insieme". "Non si finira' mai - assicura il presidente della Cei - di aiutarla e di sostenerla abbastanza: e' talmente fondamentale che qualunque provvedimento, auspicato o che si sta vedendo, non e' mai sufficiente, tanto e' il valore". "Bisogna essere attenti, pero', anche sul piano culturale ed educativo perche' - conclude Bagnasco - non si snaturi la famiglia e non si svaluti in una societa' che, si' e' multiculturale come ben sappiamo, ma che non puo' essere indifferente rispetto ai valori fondamentali, i valori di base, di cui la famiglia e' veramente fondativa insieme alla vita, la libertà educativa". 


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BAGNASCO: UE E' FRAGILE PERCHE' CANCELLA RADICI CRISTIANE


Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 AGO. 

"L'Europa faccia un passo forte verso un'anima comune, cosi come i padri dell'Europa,  Adenauer, Schuman, De Gasperi, volevano". Lo chiede il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. 
"Finche' l'Europa vuole costruirsi senza religione sara' sempre fragile, senza fondamento", spiega il porporato ai microfoni della Radio Vaticana. In questo modo, per Bagnasco che rispondeva a una domanda sui minatori del Sulcis, "le questioni pratiche dei singoli Paesi dove si innestano problemi piu' locali finiscono per essere affrontate in chiave piu' nazionalista che europea". 
"Mi pare - afferma il presidente della Cei - che l'Europa debba essere aiutata a compiere un salto di qualita'". 

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SULCIS: BAGNASCO, INTERVENGA L'EUROPA



Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 ago. 


Per trovare una risposta adeguata alla crisi delle miniere in Sardegna, come quella del Sucis, "il contesto dell'Unione Europea e' assolutamente imprescindibile". 
Lo afferma il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. "Perche' - spiega ai micorfoni della Radio Vaticana - ogni problema, per essere affrontato, ormai richiede un contesto più ampio, che significa quello nazionale dei diversi Paesi ma anche quello internazionale". "Non si tratta - conclude - di essere, come a volte si sente, succubi o di essere trainanti nel contesto europeo, ma mi pare che sia decisivo" coinvolgere l'Europa. 

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GIOCO D'AZZARDO: BAGNASCO, NON E' QUESTIONE DI LIBERTA' PERSONALI


Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 ago. 

La campagna contro il gioco d'azzardo promossa da Avvenire e' peinamente condivisa dai vescovi italiani. "Non e' - spiega il presidente della Cei, Angelo Bagnasco - una questione di rispetto della liberta' di scelta che a volte viene invocata". 
Nella societa' odierna, rileva, "le proposte sono molte, ognuno sceglie in coscienza: questo e verissimo, e' un principio fondamentale. Ma - tiene a precisare il cardinale ai microfoni della Radio Vaticana - non credo che da parte di chi promuove questo tipo di gioco sia questo il valore perseguito. Credo che sia soltanto l'interesse economico".
E, osserva il presidente della Cei, "una conseguenza di questo stile, quando diventa stile di vita, purtroppo, e' la rovina delle famiglie e dei singoli, la rovina dei propri risparmi, delle proprie risorse, con un conseguente aggravio sociale". Inoltre, a livello sociale, per Bagnasco "c'e' anche un'altra conseguenza, che e' il deterioramento culturale generale che il gioco d'azzardo pubblicizzato e diffuso crea". 

"Quindi - riassume il cardinale - da una parte c'e' una rovina economica, frequentemente, ma dall'altra un'opinione, una cultura generale che fa concepire la vita come non tanto qualcosa che si costruisce con fatica, giorno per giorno, nella dedizione quotidiana, quanto un gioco, un azzardo, una scommessa che potrebbe andare e che spesso va male".

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