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Il prezzo della fiducia. Incontro a Colonia dei portavoce delle Conferenze episcopali europee (O.R.)
Incontro a Colonia dei portavoce delle Conferenze episcopali europee
Il prezzo della fiducia
Colonia, 16. «La Chiesa non ha nulla da nascondere, anche nell'ambito della gestione delle sue finanze. L'attuale società, incentrata su una cultura del consumo, ha elevato il criterio della trasparenza, anche finanziaria, a principio di credibilità. Conscia di questa nuova sfida, la Chiesa capisce che la nuova evangelizzazione passa anche attraverso la comunicazione di una gestione credibile del denaro. Numerose iniziative sono già in corso, perché la vocazione alla santità di ogni cristiano passa anche attraverso questa responsabilità». È quanto si legge nel comunicato diffuso dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee al termine dell'incontro avvenuto a Colonia dall'11 al 14 luglio, dei portavoce delle Conferenze episcopali d'Europa che si sono confrontati sulle modalità di comunicazione delle finanze della Chiesa. Dopo aver preso conoscenza dei vari sistemi di finanziamento della Chiesa in Europa, e sentito l'esperienza di comunicazione dei bilanci delle Conferenze episcopali di Francia e Polonia, i portavoce si sono confrontati con Roger Molitor, membro del Consiglio di Stato del Lussemburgo, già partner di kpmg-Luxembourg.«L'impegno per una comunicazione trasparente sulle finanze della Chiesa -- si legge nel comunicato -- è un dovere che deve toccare l'insieme delle istituzioni ecclesiali: dalle parrocchie, alle associazioni e movimenti cattolici, alle scuole. La Chiesa non ha nulla da nascondere, anche nell'ambito della gestione delle sue finanze. Quello che a volte potrebbe sembrare opaco o poco trasparente, in realtà può essere ricondotto alla difficoltà di comunicare le finanze di una moltitudine di strutture e realtà istituzionali che costituiscono la Chiesa. Di fatto non esiste un unico bilancio economico della Chiesa: esistono migliaia e migliaia di bilanci di parrocchie, diocesi, scuole, ospedali, ospizi che costituiscono nel loro insieme il bilancio della Chiesa. Tutte queste realtà sono già da tempo impegnate, con risultati più o meno felici, nel tentativo di comunicare in modo trasparente il frutto del loro esercizio economico». Questa comunicazione non deve essere intesa come una risposta a una crescente richiesta di informazione da parte di giornalisti, di istituzioni o semplicemente dell'opinione pubblica. Essa è in realtà insita nella dimensione di gestione comunitaria della Chiesa: «Da tempo infatti -- continua la nota -- molte realtà ecclesiali e Conferenze episcopali hanno preso l'abitudine di condividere le modalità di utilizzo dei doni dei propri fedeli attraverso conferenze stampa, pubblicazioni di bilancio, etc» e «la trasparenza è di fatto divenuta il prezzo della fiducia». La questione della trasparenza è quindi innanzitutto una questione di responsabilità e di credibilità, anche per la Chiesa. Pertanto tutte le realtà ecclesiali, e le Conferenze episcopali in primo luogo, devono attrezzarsi per presentare nel modo migliore la propria realtà e la loro missione: presentazione che comporta anche una dimensione economica».Se la Chiesa riconosce di aver ancora molto da fare in questo ambito, molti degli attuali preconcetti sono spesso anche frutto di una disinformazione che purtroppo rischia di modificare la percezione, anche nella cultura ecclesiale, del rapporto che la Chiesa intrattiene con il denaro: «La Chiesa non è una società di profitto; e il denaro è solo un mezzo per realizzare la propria missione di annuncio di Cristo nella storia, facendosi prossima anche materialmente specialmente nei confronti dei più bisognosi e poveri. In questo senso, il giusto anelito a una maggiore trasparenza non deve tuttavia andare contro la gratuità del dono. In questo caso, saranno le testimonianze della carità compiuta a essere il vero termometro della credibilità della Chiesa». All'incontro ha preso parte anche Angelo Scelzo, sotto-segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che ha informato i partecipanti delle attività del dicastero.
(©L'Osservatore Romano 16-17 luglio 2012)
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