I saluti del vescovo e del sindaco
Un cesto, presentato all'offertorio, contenente le buste che varie istituzioni e singole persone hanno donato al Papa per le sue numerose attività caritative internazionali. È il «piccolo segno, di comunione affettuosa e solidale» che la diocesi di Frascati ha lasciato a Benedetto XVI in occasione della visita compiuta domenica mattina, 15 luglio, alla diocesi tuscolana.
Il vescovo Raffaello Martinelli lo ha spiegato durante il saluto rivolto all'inizio della messa celebrata dal Pontefice sulla piazza del duomo.
«Il Signore Dio -- ha detto il presule -- ci dona oggi la gioia speciale di stringerci a Vostra Santità, roccia su cui Cristo ha fondato e mantiene la sua Chiesa, per celebrare l'Eucaristia, l'azione sublime di grazie, che Cristo innalza al Padre, offrendo se stesso in sacrificio di morte e di risurrezione, per fare di tutti noi il suo Corpo. Ci uniamo con intensa letizia a Cristo Signore, consapevoli che il nostro inno di grazie, in questo straordinario incontro, è particolarmente ricco e motivato».
Quindi ha ricordato come la celebrazione presieduta dal Successore di Pietro avvenga davanti alla cattedrale e sulla piazza di Frascati che sono dedicate proprio a san Pietro. «Concelebrano -- ha aggiunto -- alcuni successori degli apostoli, tra cui il segretario di Stato e nostro cardinale titolare Tarcisio Bertone e numerosi sacerdoti, collaboratori indispensabili e fedeli del vescovo: quel vescovo che, dopo aver sperimentato, per oltre un ventennio, l'amorevole e indefettibile servizio a Cristo e alla Chiesa vissuto quotidianamente da parte di vostra Santità, circa tre anni fa, fu scelto e consacrato da vostra Santità per sposare questa meravigliosa Chiesa locale».
La stessa diocesi, che -- come ha ricordato ancora il vescovo Martinelli -- abbraccia anche alcuni popolosi quartieri di Roma, «desidera, oggi ancor di più, rendere grazie a Dio per gli innumerevoli benefici ricevuti, non ultimo quello di essere da sempre legata alla Sede di Pietro, come antica diocesi suburbicaria, che ha goduto, in più occasioni, durante la sua storia bimillenaria, della presenza, azione, residenza di numerosi Papi». Quindi il presule ha chiesto al Pontefice di confermare e rafforzare la fede in ciascuno dei presenti: nelle famiglie e nelle comunità parrocchiali. «Ne avvertiamo un immenso bisogno -- ha proseguito -- anche per vivere nel migliore dei modi quell'Anno della fede che ella ha indetto per tutta la Chiesa. Solo così questo terreno, ricco di bellezze naturali e fecondato dallo Spirito di Cristo, potrà fruttificare in nuove e abbondanti vocazioni religiose e sacerdotali, senza le quali non esistono né Eucaristia, né comunità ecclesiale, e potrà fiorire in Chiese domestiche che, unite nella comunione sponsale dal sacramento del matrimonio, donino, alla Chiesa e alla società, figli che siano testimoni gioiosi del Signore». Infine il vescovo ha concluso ricordando che a questa preghiera si uniscono in modo particolare gli ammalati, «che offrono la loro sofferenza per la missione di vostra Santità e per la crescita, nella santità, di tutti noi».
In precedenza il sindaco di Frascati, Stefano Di Tommaso, aveva salutato il Pontefice a nome delle amministrazioni municipali e delle comunità parrocchiali della diocesi, che oltre il suo comune, comprende Colonna, Grottaferrata, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Rocca di Papa, Rocca Priora, e una porzione di Roma. Quindi ha ricordato che Frascati l'8 settembre 1943 fu colpita da un tremendo bombardamento che provocò centinaia di vittime e tante distruzioni, da cui la popolazione seppe risollevarsi grazie anche all'importante contributo, insieme ai tanti laici e cittadini «di grandi indimenticabili religiosi come il vescovo Biagio Budelacci, padre Alvarez, don Giuseppe Buttarelli» e molti altri. Poi ha sottolineato come Frascati sia «una città che ha sempre saputo e sa riconoscere il valore intrinseco della religiosità. Dietro questa magnifica basilica cattedrale, dedicata a san Pietro apostolo, dove suo fratello Georg ha avuto modo di ammirare il monumentale organo, ci sono le scuole Pie dei padri Scolopi, con la scuola popolare più antica d'Europa, fondata nel 1616 da san Giuseppe Calasanzio». Essa inoltre ospita a Villa Sora, «una delle famose ville rinascimentali che le fanno da corona, la comunità dei padri Salesiani, che esercita un'importante azione educatrice». Infine il sindaco ha consegnato simbolicamente al Papa le chiavi della città, un dono -- ha concluso -- «che vuole essere il segno dell'antica storia di Frascati e un segno di speranza per un futuro migliore».
(©L'Osservatore Romano 16-17 luglio 2012)
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