martedì 26 giugno 2012

Il Papa in visita alle popolazioni terremotate dell'Emilia (LaPresse)


Sisma Emilia, il Papa in visita alle popolazioni terremotate


Rovereto di Novi (Modena), 26 giu. (LaPresse) 


L'arrivo in elicottero con qualche minuto di ritardo al campo sportivo di San Marino di Carpi il viaggio a bordo di un mezzo della protezione civile, la sosta davanti alla Chiesa di Santa Caterina, dove ha perso la vita Don Ivan Martini, travolto dalle macerie mentre cercava di mettere in salvo una statua della Madonna. La stessa statua davanti alla quale oggi papa Benedetto XVI, in visita alle popolazioni terremotate dell'Emilia Romagna, ha pregato silenziosamente Rovereto di Novi, uno dei paesi più colpiti dal sisma dello scorso maggio, ha accolto con gioia l'arrivo del pontefice. Oltre 2mila persone hanno atteso dalle prime ore del mattino il Santo Padre che ha poi raggiunto la centrale via Garibaldi, tra gli applausi dei presenti e le parole di ringraziamento da parte del presidente della Regione, Vasco Errani, del capo della protezione civile, Franco Gabrielli e dell'arcivescovo di Bologna il cardinale Franco Caffara, del ministro del Turismo e dello Sport, Piero Gnudi, in rappresentanza del governo.
Benedetto XVI nel suo discorso alla popolazione ha voluto ricordare ai presenti che "non siete e non sarete soli" perché "in questi giorni in mezzo a tanta distruzione e dolore, voi avete visto e sentito come tanta gente si è mossa per esprimermi vicinanza, solidarietà, affetto e questo attraverso tanti segni e aiuti concreti. La mia presenza in mezzo a voi vuole essere uno di questi segni di amore e speranza". Segni visibili anche tra le "tante mani" che "vogliono curare" le terre colpite dal sisma e che hanno bisogno "delle istituzioni" affinché siano "come il buon samaritano del Vangelo che non passa indifferente davanti a chi è nel bisogno, ma con amore si china, soccorre, rimane accanto, facendosi carico fin in fondo dalla necessità dell'altro". Nel corso della mattinata Benedetto XVI ha incontrato molte delle persone che nel sisma hanno perso tutto, casa, lavoro e, soprattutto, familiari. Come Salvatore Catozzi, fratello adottivo di don Ivan Martini, il parroco diventato suo malgrado il simbolo della tragedia e della volontà di reagire sfidando anche la morte. "Il papa mi ha detto che pregherà per lui" ha raccontato l'uomo, spiegando di aver ricevuto una lettera da parte di un vigile del fuoco di Savona che lo ha ringraziato per aver conosciuto "anche soltanto per cinque minuti" una persona "eccezionale come mio fratello". Il giorno che il parroco è morto sotto le macerie della chiesa, con lui c'era proprio quel pompiere. A salutare il papa è stata anche Monica Lodi, una volontaria dell'associazione 'Vola nel cuore' di Ferrara che gli ha regalato un cappellino con un cuore rosso, che Benedetto XVI ha indossato per qualche minuto, un naso da clown e del pane. Moltissime mamme con bambini piccoli hanno circondato il palco in un abbraccio collettivo e spontaneo con il Santo Padre. 
La visita del pontefice nelle zone terremotate è stata inoltre l'occasione per ricordare quello che ora è necessario fare per ricominciare. Il presidente dell'Emilia Romagna, Vasco Errani, ha spiegato di "voler ridare vita" a "una terra che ci ha sempre dato tanto", fissando "priorità" con tutte le istituzioni, "rispettando le regole, ma senza burocrazia, in una situazione così straordinaria". La ricostruzione, per Errani, deve avvenire "in trasparenza, sconfiggendo subito possibili infiltrazioni illegali o criminali, lavorando alla luce del sole, con una collaborazione essenziale con il governo nazionale e le istituzioni democratiche". 


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