Incontro in Vaticano Monsignor Fellay ha promesso di dare una risposta in tempi brevi
I Lefebvriani come l'Opus Dei?
Confermata l'offerta da parte vaticana di una Prelatura Personale quale forma canonica in cui si potrebbe organizzare la Fraternità di San Pio X
Valerio Pugi
Nell'incontro che si è tenuto mercoledì in Vaticano tra il cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e presidente della Pontificia commissione Ecclesia Dei, e il superiore generale della Fraternità sacerdotale San Pio X (Lefebvriani), monsignor Bernard Fellay, «si è consegnata - recita una nota - una bozza di documento con cui viene proposta una Prelatura Personale come strumento più adatto ad un eventuale riconoscimento canonico della Fraternità». All'incontro erano presenti anche monsignor Luis Ladaria, segretario della medesima Congregazione, e monsignor Guido Pozzo, segretario della Pontificia commissione Ecclesia Dei, oltre ad un assistente di monsignor Fellay. Il superiore dei Lefebvriani «ha promesso di far conoscere la sua risposta in tempi ragionevoli».
L'oggetto dell'incontro «era quello di presentare la valutazione della Santa Sede circa il testo consegnato dalla Fraternità sacerdotale San Pio X nel mese di aprile, in risposta al Preambolo dottrinale, sottoposto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 14 settembre 2011 a detta Fraternità». Nella discussione successiva «si è avuta anche la possibilità di offrire le opportune spiegazioni e precisazioni. Monsignor Fellay, come si è detto, ha illustrato la situazione attuale della Fraternità sacerdotale San Pio X e ha promesso di far conoscere la sua risposta in tempi ragionevoli. Durante il medesimo incontro si è anche consegnata una bozza di documento con il quale viene proposta una Prelatura Personale come strumento più adatto ad un eventuale riconoscimento canonico della Fraternità». È confermata quindi l'offerta da parte vaticana di una Prelatura Personale quale forma canonica entro la quale si potrebbe organizzare la Fraternità di San Pio X, una volta che si fossero risolti definitivamente i negoziati fra tradizionalisti e Vaticano. L'unica Prelatura Personale fino ad ora esistente nella Chiesa è quella dell'Opus Dei. Si tratta di una sorta di diocesi senza territorio il cui vescovo risponde direttamente al Papa, un organismo insomma dotato di una forte autonomia rispetto alle altre strutture della Chiesa. I tradizionalisti, come è noto, rifiutano il Concilio Vaticano II, il dialogo interreligioso, il dialogo ecumenico, il principio della libertà religiosa, il dialogo con l'ebraismo. Tutti punti che dovranno essere affrontati e risolti nel proseguimento dei negoziati.
Benedetto XVI, che ha compiuto numerosi atti in favore di questa riconciliazione, aveva ricevuto alla metà di maggio dal cardinale Levada le conclusioni dei cardinali e vescovi della Congregazione in merito al possibile reintegro della Fraternità San Pio X. I membri del dicastero avevano auspicato "nuovi approfondimenti" da parte dei Lefebvriani su alcune questioni dottrinali, e la Congregazione doveva quindi proseguire le discussioni con monsignor Fellay. Nel frattempo, Benedetto XVI ha preso una decisione, tenendo probabilmente conto delle richieste del Sant'Uffizio. La scelta del Papa è stata da lui stesso comunicata al cardinale Levada e al segretario della Congregazione, monsignor Luis Francisco Ladaria, in un'udienza loro concessa sabato scorso.
Come già detto nel comunicato stampa del 16 maggio scorso, «si conferma che la situazione degli altri tre vescovi della Fraternità sacerdotale San Pio X sarà trattata separatamente e singolarmente. A conclusione della riunione - conclude la nota - si è auspicato che, anche attraverso questo momento ulteriore di riflessione, si possa giungere alla piena comunione della Fraternità sacerdotale San Pio X con la Sede Apostolica».
© Copyright Il Secolo, 15 giugno 2012
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