lunedì 5 marzo 2012

La fede va vissuta insieme. L'omelia alla messa in una parrocchia di Roma e le parole all'Angelus (Sir)

La fede va vissuta insieme

L'omelia alla messa in una parrocchia di Roma e le parole all'Angelus

Un grazie “di tutto cuore” per l’“accoglienza così cordiale e calorosa” e per lo “spirito di familiarità”.
Lo ha rivolto, stamattina, Benedetto XVI, alla comunità della parrocchia romana di San Giovanni Battista de La Salle al Torrino parlando a braccio all’inizio della messa. “Siamo realmente famiglia di Dio e che vedete nel Papa anche il papà è per me una cosa molto bella che mi incoraggia”, ha aggiunto. La parrocchia, eretta nell’Anno Santo del 2000 e consacrata nel 2009, cura un territorio di circa 12mila abitanti.

Farsi missionari. Facendo riferimento alla posizione della chiesa, posta nel punto più alto del quartiere, e dotata di un campanile slanciato, quasi un dito o una freccia verso il cielo, il Papa ha notato: “Come i tre apostoli del Vangelo, anche noi abbiamo bisogno di salire sul monte della trasfigurazione per ricevere la luce di Dio, perché il suo Volto illumini il nostro volto”. “È nella preghiera personale e comunitaria che noi incontriamo il Signore – ha osservato - non come un’idea, come una proposta morale, ma come una Persona che vuole entrare in rapporto con noi, che vuole essere amico e vuole rinnovare la nostra vita per renderla come la sua”. Ma questo incontro “non è solo un fatto personale; questa vostra chiesa posta nel punto più alto del quartiere vi ricorda che il Vangelo deve essere comunicato, annunciato a tutti. Non aspettate che altri vengano a portarvi messaggi diversi, che non conducono alla vera vita, ma fatevi voi stessi missionari di Cristo ai fratelli là dove vivono, lavorano, studiano o soltanto trascorrono il tempo libero”. Il Pontefice ha mostrato apprezzamento per le opere di evangelizzazione parrocchiali, “in particolare attraverso l’oratorio chiamato ‘Stella polare’, dove, grazie al volontariato di persone competenti e generose e con il coinvolgimento delle famiglie, si favorisce l’aggregazione dei ragazzi attraverso l’attività sportiva, senza trascurare però la loro formazione culturale, attraverso l’arte e la musica, e soprattutto si educa al rapporto con Dio, ai valori cristiani e ad una sempre più consapevole partecipazione alla celebrazione eucaristica domenicale”.

Superare l’analfabetismo religioso. Il Santo Padre ha lodato poi “il senso di appartenenza alla comunità parrocchiale”: “La fede va vissuta insieme e la parrocchia è un luogo in cui si impara a vivere la propria fede nel ‘noi’ della Chiesa”. Di qui l’incoraggiamento “affinché cresca anche la corresponsabilità pastorale, in una prospettiva di autentica comunione fra tutte le realtà presenti, che sono chiamate a camminare insieme, a vivere la complementarietà nella diversità, a testimoniare il ‘noi’ della Chiesa”. Bene anche l’impegno nella preparazione dei ragazzi e dei giovani ai Sacramenti della vita cristiana. “Il prossimo ‘Anno della fede’ – è stato l’auspicio - sia un’occasione propizia anche per questa parrocchia per far crescere e consolidare l’esperienza della catechesi sulle grandi verità della fede cristiana, in modo da permettere a tutto il quartiere di conoscere e approfondire il Credo della Chiesa, e superare quell’‘analfabetismo religioso’ che è uno dei più grandi problemi di oggi”.

Centralità dell’Eucaristia. Essendo la parrocchia “una comunità giovane, costituita da famiglie giovani”, con tanti bambini e ragazzi, Benedetto XVI ha ricordato “il compito della famiglia e dell’intera comunità cristiana di educare alla fede, aiutati in ciò dal tema del corrente anno pastorale, dagli orientamenti pastorali proposti dalla Conferenza episcopale italiana e senza dimenticare il profondo e sempre attuale insegnamento di san Giovanni Battista de La Salle”. “Care famiglie – ha affermato il Papa -, voi siete l’ambiente di vita in cui si muovono i primi passi di fede; siate comunità in cui si impara a conoscere e ad amare sempre di più il Signore, comunità in cui ci si arricchisce a vicenda per vivere una fede veramente adulta”. Infine, il Pontefice ha richiamato “l’importanza e la centralità dell’Eucaristia nella vita personale e comunitaria. La santa messa sia al centro della vostra domenica”. “Riuniti attorno all’Eucaristia, infatti, avvertiamo più facilmente – ha sottolineato - come la missione di ogni comunità cristiana sia quella di recare il messaggio dell’amore di Dio a tutti gli uomini. Ecco perché è importante che l’Eucaristia sia sempre il cuore della vita dei fedeli”.

Luce e voce. Rientrato dopo la visita pastorale alla parrocchia, a mezzogiorno Benedetto XVI ha guidato la recita dell’Angelus da piazza San Pietro. Sono due gli “elementi essenziali” dell’episodio della trasfigurazione di Cristo: “la luce e la voce”. La luce divina – ha sottolineato - che risplende sul volto di Gesù, e la voce del Padre celeste che testimonia per Lui e comanda di ascoltarlo”. Per il Pontefice, “il mistero della trasfigurazione non va staccato dal contesto del cammino che Gesù sta percorrendo. Egli si è ormai decisamente diretto verso il compimento della sua missione, ben sapendo che, per giungere alla risurrezione, dovrà passare attraverso la passione e la morte di croce”. Di questo “ha parlato apertamente ai discepoli, i quali però non hanno capito, anzi, hanno rifiutato questa prospettiva”, perché ragionano “secondo gli uomini”. Per questo “Gesù porta con sé tre di loro sulla montagna e rivela la sua gloria divina, splendore di Verità e d’Amore. Gesù vuole che questa luce possa illuminare i loro cuori quando attraverseranno il buio fitto della sua passione e morte, quando lo scandalo della croce sarà per loro insopportabile”. Insomma, “Dio è luce, e Gesù vuole donare ai suoi amici più intimi l’esperienza di questa luce, che dimora in Lui. Così, dopo questo avvenimento, Egli sarà in loro luce interiore, capace di proteggerli dagli assalti delle tenebre. Anche nella notte più oscura, Gesù è la lampada che non si spegne mai”. “Tutti noi abbiamo bisogno di luce interiore per superare le prove della vita - ha evidenziato -. Questa luce viene da Dio, ed è Cristo a donarcela”. Nei saluti in varie lingue, in polacco ha ricordato il motto della domenica “Ad Gentes” che si celebra oggi in Polonia: “Offri la testimonianza della carità e aiuta la Chiesa nei paesi missionari”. “Sia per tutti l’ispirazione all’aiuto spirituale e materiale alle opere missionarie della Chiesa. Benedico di cuore tutti coloro che con la loro preghiera e l’elemosina sostengono queste opere, in modo particolare i missionari e le missionarie”, ha affermato.

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