lunedì 1 ottobre 2012

Processo al corvo. Tracce e sospetti sui possibili complici (Vecchi)



Processo al corvo. Tracce e sospetti sui possibili complici

di Gian Guido Vecchi

Chissà se durante l'interrogatorio di domattina, nella seconda udienza del processo, Paolo Gabriele chiarirà almeno in parte le troppe incongruenze che accompagnano la storia di Vatileaks. 
Il  maggiordomo con la passione per l'«intelligence» che voleva raddrizzare la Chiesa perché si sentiva «infiltrato dello Spirito Santo», fotocopiava carte riservate dallo studio del Papa e stampava  nottetempo documenti dalla Rete per capire il «sistema» Vaticano — i gendarmi gli hanno trovato  in casa 82 scatoloni di carte — ha sostenuto dopo l'arresto del 23 maggio di aver fatto tutto da solo. 
Una versione che non regge né a lume di logica né per le testimonianze raccolte finora. 
E non è solo perché tre mesi prima d'essere arrestato, il 22 febbraio, si fece intervistare camuffato in tv e  sostenne: «Siamo una ventina». 
Ci sarebbe innanzitutto da chiarire il ruolo di alcuni personaggi  saltati fuori nell'istruttoria. Uno, si è scoperto nella prima udienza — lo ha detto il legale del tecnico informatico Claudio Sciarpelletti, coimputato per favoreggiamento, processato a parte — era un monsignore di Curia: il misterioso «W» (nella requisitoria i nomi sono celati da lettere) impegnato a scambiare buste col maggiordomo che lo voleva incontrare per conoscere «Y» (un ecclesiastico?),  una vicenda che «risale agli anni 2009-2010», spiegò il tecnico. 
La busta del monsignore trovata nel cassetto di Sciarpelletti conteneva un «libello inqualificabile» contro il comandante della  Gendarmeria, testo che sarebbe apparso nel libro di Gianluigi Nuzzi «Sua Santità». 
Un altro tizio  chiamato «E» ha subito una perquisizione per aver consegnato un documento al giornalista. 
E poi  c'è il «padre spirituale B.» che dice di aver ricevuto copia delle carte da Gabriele e sostiene senza  poterlo provare di averle bruciate dopo «qualche giorno», ma intanto consigliava al maggiordomo 
di tenere la bocca chiusa a meno che non fosse «il Papa in persona» a chiederglielo. 
Giri strani di  buste e carte che appaiono selezionate contro chi a vario titolo ha oggi potere in Vaticano. Gabriele  è stato descritto nelle perizie psichiatriche come una persona «manipolabile e suggestionabile» che  ambisce ad amicizie e relazioni «anche con prelati di alto rango» e «in grado di commettere azioni  eterodirette». 
Difatti le indagini stanno proseguendo, si parla di almeno 4 «indiziati» per i reati più  gravi che restano da contestare, come i delitti contro lo Stato e la violazione dei segreti.

© Copyright Corriere della sera, 1° ottobre 2012

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