VATICANO: AL PROCESSO CONTRO MAGGIORDOMO DEPORRA' DON GEORG
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 29 set.
Il nome di monsignor Georg Gaenswein figura tra quelli degli otto testimoni che deporranno nel processo per furto aggravato a carico del maggiordomo infedele di Papa Ratzinger. Il segretario particolare di Benedetto XVi pero' all'udienza di questa mattina era assente, trovandosi con il Papa a Castel Gandolfo. Assente per la stessa ragione anche Cristina Cernetti, memores domini, anche lei in servizio nell'Appartamento Pontificio da cui sono stati sottratti valori e documenti riservati. Gli altri sei testimoni sono tutti funzionari del Corpo della Gendarmeria Vaticana: Giuseppe Pesce, Costanzo Alessandrini, Luca Cintia, Stefano De Santis, Silvano Carli e Luca Bassetti.
Nell'elenco non figura il generale Domenico Giani, comandante del Corpo, che invece era stato indicato come testimone per Sciarpelletti, la cui posizione e' stata stralciata. Nel processo all'informatico deporranno anche il vice comandante della Guardia Svizzera, William Kloter, l'ispettore della Gendarmeria Vaticana Gianluca Broccoletti e monsignor Carlo Maria Polvani della Segeretria di Stato, nipote dell'attuale nunzio a Washington, Carlo Maria Vigano', protagonista di una controversia sulla gestione del Governatorato che e' venuta alla luce grazie ai documenti sottratti da Paolo Gabriele e pubblicati. L'inserimento di Polvani - attualmente incaricato dei rapporti della Segreteria di Stato con i media vaticani e la Sala Stampa - nell'elenco dei testimoni sembrerebbe finalizzata alla necessita' di fare luce su chi in effetti abbia consegnato a Sciarpelletti la busta ritrovata nella perquisizione, al cui interno c'erano un libello polemico sulla gestione vaticana e una mail. Sciarpelletti aveva attribuito la consegna in un primo momento a Paolo Gabriele, che invece ne era il destinatario, poi a un monsignore della Segreteria di Stato, che nella requisitoria del promotore di giustizia Nicola Picardi e nella sentenza del giudice istruttore Piero Bonnet era finora coperto da una sigla.
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VATICANO: VIA DA ATTI ARTICOLO SU CARDINALE E VESCOVO
(AGI) - CdV, 29 set.
Riuniti in camera di consiglio, i giudici del Tribunale Vaticano presieduto da Giuseppe Dalla Torre hanno deciso di escludere dagli atti del processo a Paolo Gabriele l'articolo di Die Velt che ipotizzava il coinvolgimento in Vatileaks del cardinale Paolo Sardi, ex responsabile della stesura dei testi papali, del vescovo Joseph Clemens, ex segretario del cardinale Ratzinger, e di Ingrid Stampa, storica collaboratrice del Pontefice tedesco. La decisione e' stata presa su richiesta dell'avvocato del maggiordomo infedele, Cristiana Arru'.
L'articolo era stato redatto dal vaticanista Paul Badde, considerato vicino al segretario del Papa, monsignor Georg Gaenswein, che sara' invece chiamato a deporre. Resta fuori dall'aula giudiziaria anche Gianluigi Nuzzi, il giornalista al quale Gabriele ha consegnato le copie dei documenti riservati da lui sottratti dall'Appartamento Pontificio insieme ai valori: almeno un assegno di 100 mila euro (donato al Papa dal rettore di un'universita' cattolica spagnola), una pepita d'oro e una cinquecentina (una copia dell'Eneide di Annibal Caro, che vale alcune migliaia di euro). Il promotore di giustizia della Corte d'appello, professor Giovanni Giacobbe, ha detto infatti che l'eventuale reato di ricettazione che potrebbe essere addebitato a Nuzzi sarebbe stato compiuto all'estero (cioe' in Italia) e i giudici vaticani non sono competenti, ne' le parti hanno pensato di convocarlo in qualita' di testimone, accettando quindi passivamente l'improbabile versione fornita dall'imputato che ha dichiarato di averlo contatto attraverso il centralino della sua redazione a "La7".
E non saranno nemmeno acquisiti i verbali delle audizioni della commissione d'inchiesta cardinalizia voluta dal Papa, il cui lavoro ha riguardato anche i rapporti di Paolo Gabriele con il mondo dei media, in particolare con alcuni giornalisti con i quali il maggiordomo del Pontefice era assiduamente in contatto, vicini anche alla sua famiglia. Il risvolto mediatico di Vatileaks sembra dunque destinato a restare fuori dal processo, sebbene il caso sia nato in questo ambito. Fa riflettere anche il fatto che con lo stralcio della posizione di Claudio Sciarpelletti, l'informatico della Segreteria di Stato accusato di favoreggiamento, non deporra' nel processo a Paolo Gabriele nemmeno Carlo Maria Polvani, incaricato della Segreteria di Stato per i rapporti con i media vaticani e la Sala Stampa della Santa Sede, nonche' nipote del nunzio a Washington protagonista di una divergenza con il segretario di Stato Tarcisio Bertone finita sui giornali con le lettere indirizzate al Papa e diffuse dal maggiordomo spergiuro. Alla fine gli unici giornalisti che resteranno agli annali della Giustizia Vaticana saranno cosi' i redattori delle agenzie internazionali e i 4 vaticanisti sorteggiati per assistere ad ogni udienza. Per qualche imperscrutabile ragione il Vaticano ha imposto che due dei quattro posti fissi del pool andassero ad agenzie anglofone lasciando fuori la Efe che riferisce nella lingua parlata da oltre meta' dei cattolici del mondo. E nessuna protesta ha convinto a rivedere questa decisione punitiva per l'intera area spagnola. Il sorteggio pero' ha reso giustizia agli esclusi, recuperando per le prime due udienze la Efe e l'agenzia messicana Notimex.
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