La vitalità dei giovani cattolici transalpini
La Chiesa in Francia è viva più che mai e «stamani al Papa ne hanno dato una testimonianza gioiosa e consapevole» i duemilaseicento ministranti, tra i dieci e i sedici anni, in rappresentanza di tutte le diocesi, che hanno animato l'udienza a Castel Gandolfo.
A guidarli il vescovo Philippe Breton che li ha presentati al Pontefice, insieme ad altri quattro presuli e all'incaricato nazionale dei ministranti, «come una ricchezza inestimabile della Chiesa francese e anche come una grande speranza per avere nuove vocazioni sacerdotali». I giovani, nel cortile del Palazzo Pontificio, hanno fatto sentire a Benedetto XVI tutto il loro affetto e il loro entusiasmo. «Servire il Signore, gioia dell'uomo, gioia di Dio» il tema del pellegrinaggio romano, ricco di iniziative, dal 25 agosto fino a venerdì 31. «L'obiettivo -- spiegano i vescovi -- è aiutare i giovani a prendere sempre più coscienza del loro servizio alla Chiesa e a far loro respirare una dimensione più universale, attraverso un vero cammino di fede sull'esempio delle Giornate mondiali della gioventù».
Una risposta «a quanti ritengono la Chiesa in decadenza e un'occasione di rinnovamento e di svecchiamento per tutti». Al Papa, aggiunge monsignor Breton, «i ministranti, che in Francia sono cinquantamila, hanno voluto testimoniare di aver compreso che il loro servizio contribuisce davvero alla bellezza e alla vitalità delle liturgie domenicali».
Al termine dell'udienza il Pontefice ha benedetto una campana portata dai contadini della diocesi bavarese di Passau «come ringraziamento a Dio per il dono raccolto» spiega Franziska Gotzhein. Dalla Baviera sono venuti a Roma con diversi antichi trattori, i cosiddetti bulldog, «per far sentire al Papa l'affetto della sua gente e il calore della sua terra».
Presenti anche quattordici vescovi amici della Comunità di Sant'Egidio -- accompagnati dall'arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia -- riuniti per un confronto sulla nuova evangelizzazione in Africa.
(©L'Osservatore Romano 30 agosto 2012)
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