Su segnalazione di Laura leggiamo:
Il Papa all’udienza generale: preghiera necessaria, rapporto quotidiano con Dio è essenziale nella vita
Il Papa, dopo la pausa di luglio, ha ripreso oggi a Castel Gandolfo le udienze generali continuando le sue catechesi sul tema della preghiera. Benedetto XVI ne ha parlato attraverso gli insegnamenti di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, di cui ricorre oggi la memoria liturgica. Sant’Alfonso, vescovo e Dottore della Chiesa, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, patrono degli studiosi di teologia morale e dei confessori – ha ricordato – “è uno dei santi più popolari del XVIII secolo, per il suo stile semplice e immediato e per la sua dottrina sul sacramento della Penitenza: in un periodo di grande rigorismo, frutto dell’influsso giansenista, egli raccomandava ai confessori di amministrare questo Sacramento manifestando l’abbraccio gioioso di Dio Padre che nella sua misericordia infinita non si stanca di accogliere il figlio pentito. L’odierna ricorrenza ci offre l’occasione di soffermarci sugli insegnamenti di Sant’Alfonso riguardo alla preghiera, quanto mai preziosi e pieni di afflato spirituale. Risale al 1759 il trattato Del gran mezzo della Preghiera, che egli considerava il più utile tra i suoi scritti. Infatti, descrive la preghiera come «il mezzo necessario e sicuro per ottenere la salvezza e tutte le grazie di cui abbiamo bisogno per conseguirla». In questa frase è sintetizzato il modo alfonsiano di intendere la preghiera”.
“Innanzitutto – ha proseguito il Papa - dicendo che è un mezzo, ci richiama al fine da raggiungere: Dio ci ha creato per amore, per poterci donare la vita in pienezza; ma questa meta, a causa del peccato si è, per così dire, allontanata, - lo sappiamo tutti - e solo la grazia di Dio la può rendere accessibile. Per spiegare questa verità basilare e far capire con immediatezza come sia reale per l’uomo il rischio di «perdersi», Sant’Alfonso aveva coniato la famosa massima: «Chi prega si salva, chi non prega si danna!». A commento di tale frase lapidaria, aggiungeva: «Il salvarsi insomma senza pregare è difficilissimo, anzi impossibile … ma pregando il salvarsi è cosa sicura e facilissima» (II, Conclusione). E ancora: «Se non preghiamo, per noi non v’è scusa, perché la grazia di pregare è data ad ognuno … se non ci salveremo, tutta la colpa sarà nostra, perché non avremo pregato» (ibid.). Dicendo quindi che la preghiera è un mezzo necessario, Sant’Alfonso voleva far comprendere che in ogni situazione della vita non si può fare a meno di pregare, specie nel momento della prova e nelle difficoltà. Sempre dobbiamo bussare con fiducia alla porta del Signore, sapendo che in tutto Egli si prende cura dei suoi figli. Per questo, siamo invitati a non temere di ricorrere a Lui e di presentargli con fiducia le nostre richieste, nella certezza di ottenere ciò di cui abbiamo bisogno”.
Il Papa ha quindi sottolineato “la questione centrale: che cosa è davvero necessario nella nostra vita?”. Risponde con sant’Alfonso: «La salute e tutte le grazie che per quella ci bisognano» (ibid.), intendendo “non solo la salute del corpo, ma anzitutto quella dell’anima, che Gesù ci dona. Più che di ogni altra cosa abbiamo bisogno della sua presenza liberatrice che rende davvero pienamente umano, e perciò ricolmo di gioia, il nostro esistere. E solo attraverso la preghiera possiamo accogliere Lui, la sua Grazia, che, illuminandoci in ogni situazione, ci fa discernere il vero bene e, fortificandoci, rende efficace anche la nostra volontà, cioè la rende capace di attuare il bene conosciuto. Spesso riconosciamo il bene, ma non siamo capaci di farlo”. “Il discepolo del Signore sa di essere sempre esposto alla tentazione e non manca di chiedere aiuto a Dio nella preghiera, per vincerla”.
“Sant’Alfonso – ricorda il Papa - riporta l’esempio di San Filippo Neri, che «dal primo momento in cui si svegliava la mattina, diceva a Dio: “Signore, tenete oggi le mani sopra Filippo, perché se no, Filippo vi tradisce”» (III, 3)”. “Anche noi – aggiunge - consapevoli della nostra debolezza, dobbiamo chiedere l’aiuto di Dio con umiltà, confidando solo sulla ricchezza della sua misericordia. Dice Sant’Alfonso in un altro passo: «Noi siamo poveri di tutto, ma se domandiamo non siamo più poveri. Se noi siamo poveri, Dio è ricco» (II, 4). E, sulla scia di Sant’Agostino, invita ogni cristiano a non aver timore di procurarsi da Dio, con le preghiere, quella forza che non ha, e che gli è necessaria per fare il bene, nella certezza che il Signore non nega il suo aiuto a chi lo prega con umiltà (cfr III, 3). Cari amici – ha concluso il Papa - Sant’Alfonso ci ricorda che il rapporto con Dio è essenziale nella nostra vita: senza rapporto con Dio manca la relazione fondamentale e la relazione con Dio si realizza nel parlare con Dio nella preghiera personale quotidiana e con la partecipazione ai Sacramenti, e così può crescere in noi la presenza divina che indirizza il nostro cammino, lo illumina e lo rende sicuro e sereno, anche in mezzo a difficoltà e pericoli".
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