domenica 29 luglio 2012

Amicizia e pace nel segno delle Olimpiadi. Messaggio dei vescovi inglesi per l'avvio dei Giochi londinesi (O.R.)

La fantastica tripletta delle ragazze del fioretto
Messaggio dei vescovi inglesi per l'avvio dei Giochi londinesi


Amicizia e pace nel segno delle Olimpiadi


Londra, 28. L'auspicio che le Olimpiadi possano essere «un momento di nuova e rinnovata amicizia in cui forgiare la pace e una più profonda comprensione reciproca tra di noi e in tutta la comunità umana»: a rivolgerlo, in occasione dell'avvio dell'evento sportivo, è stato il presidente della Conferenza episcopale in Inghilterra e Galles, l'arcivescovo di Westminster, Vincent Gerard Nichols. In un messaggio il presule osserva come «ogni essere umano sia, in ultima analisi, un pellegrino in cerca di verità, bontà e realizzazione del suo potenziale; e quando questo pellegrinaggio viene vissuto in modo autentico, allora apre al dialogo con l'altro, non escludendo nessuno dall'impegno di costruire una fraternità di pace». Da qui, conclude monsignor Nichols, «la speranza affinché tutte le persone di fede e anche i non credenti, possano perseguire iniziative di pace e di riconciliazione nello spirito dei Giochi Antichi».
Uno dei principali simboli di fede dei Giochi della trentesima Olimpiade e delle Paralimpiadi è una croce, realizzata dalla comunità cattolica inglese, visibile presso il Joshua Camp dal 1 al 13 agosto. Si tratta di un raduno a carattere ecumenico che avrà luogo presso la scuola San Bonaventura di East London, vicino al villaggio che ospitata le squadre degli atleti.
Il Joshua Camp, informa una nota dell'episcopato, offrirà ai giovani l'opportunità, tramite le catechesi quotidiane, di approfondire la propria fede e, in particolare, «di prendere parte a progetti di ospitalità e di servizio all'evangelizzazione». L'evento, si sottolinea, assume le caratteristiche di una sorta di «Giornata mondiale della gioventù olimpica». Il programma prevede anche la celebrazione quotidiana della messa, l'adorazione eucaristica perpetua e la condivisione di esperienze e testimonianze tra gruppi e comunità cattoliche di tutto il mondo.
La croce, realizzata con dodici differenti tipi di legno, a simboleggiare il dodici apostoli, vuole essere soprattutto un «dono» da tramettere al futuro: «Abbiamo voluto creare un ricordo -- ha spiegato il coordinatore cattolico per le Olimpiadi, James Parker -- che simboleggia tutto quanto quello che i Giochi rappresentano veramente e che poi potremmo trasmettere alle nazioni che ospiteranno le prossime Olimpiadi». Come cristiani, ha aggiunto Parker, «la nostra vita non significa nulla senza la croce e quindi questa rappresenta il dono più adatto da dare in futuro ad altri».
La comunità cattolica è attiva peraltro anche all'interno dell'organizzazione More Than Gold, alla quale aderiscono fedeli di una quindicina di denominazioni cristiane: tra questi, anche anglicani e ortodossi. In occasione dell'apertura della competizione atletica, l'arcivescovo anglicano di York, John Sentamu, ha espresso il personale compiacimento per il fatto che il Regno Unito può «celebrare il proprio talento sportivo e accogliere i migliori atleti da tutto il mondo che competono al massimo livello».
Agli atleti della Federazione Russa va poi il sostegno del Patriarca Cirillo che ha benedetto e inviato a Londra, come guida spirituale per la squadra di atleti russi, un sacerdote della diocesi di Yaroslavl, l'archimandrita Sylvester (Lukashenko). Una liturgia di preghiera per gli atleti sarà celebrata il 2 agosto.


(©L'Osservatore Romano 29 luglio 2012)

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