Su segnalazione di Elisabetta:
Abusi sui minori, rigore e trasparenza
L’esempio della determinazione di Benedetto XVI
Pubblicati gli atti del Simposio del febbraio scorso: «Verso la guarigione e il rinnovamento»
Testimonianza dei passi avanti fatti, sul modello del Pontefice nella cultura della prevenzione e nel sostegno alle vittime
DA ROMA GIANNI CARDINALE
Il forte e radicale impegno di Benedetto XVI - già quando era ancora cardinale per cercare di sradicare nella Chiesa cattolica il triste fenomeno degli abusi sessuali perpetrati da chierici nei confronti di minori è un dato di fatto, che non di rado, soprattutto nel mondo mediatico, si tende a rimuovere o minimizzare.
Ora a tutti è possibile avere tra le mani una prova documentale di come questo impegno personale del Pontefice è diventato programma di lavoro serio e tenace da parte degli organismi competenti della Curia Romana e delle Chiese particolari dove questo penoso fenomeno è più avvertito. Stiamo parlando del volume dal titolo programmatico «Verso la guarigione e il rinnovamento» stampato da poco dalle Edizioni Dehoniane di Bologna. Si tratta degli atti, pubblicati a tempo di record, dell’omonimo Simposio ospitato dalla Pontificia Università Gregoriana dal 6 al 9 febbraio scorso.
L’opera è curata da monsignor Charles J. Scicluna, il 'pm' della Congregazione per la dottrina della fede in prima linea per contrastare giudizialmente il fenomeno, e i padri gesuiti della Gregoriana Hans Zollner (vice-rettore e presidente del Comitato organizzatore) e David J. Ayotte (amministratore del Simposio). Il volume riporta all’inizio le parole di sostegno inviate dal Papa ai partecipanti, con l’esortazione «a continuare ad attingere a una vasta gamma di competenze al fine di promuovere in tutta la Chiesa una forte cultura di tutela efficace e di sostegno alle vittime». Seguono quindi tutti gli interventi.
C’è la testimonianza toccante dell’irlandese Marie Collins vittima di violenza sessuale da parte di un prete all’età di tredici anni, che ha parlato delle dolorose conseguenze di quella violenza e anche della rinuncia del vescovo responsabile a trattare con lei e con l’autore. E c’è anche la lezione di monsignor Scicluna sugli importanti aspetti canonici che le Conferenze episcopali devono rispettare nella definizione delle linee guida sulle violenze sessuali, con la sottolineatura che la comunità cristiana deve collaborare pienamente con le autorità statali in questa lotta contro gli abusi.
Toccante anche il testo della veglia penitenziale presieduta dal cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, dove i partecipanti hanno chiesto perdono per non aver difeso i bambini e i giovani.
Il Simposio e il volume e gli Atti pubblicati sono la testimonianza di un «importante passo avanti», ma non sono un punto di arrivo. Anzi. «Tutti nella Chiesa – scrivono i curatori – devono promuovere un atteggiamento di perseveranza e impegno nell’accettazione della responsabilità per il passato e della collaborazione per un futuro migliore ». In questo senso va l’annuncio della fondazione del «Centro per la protezione dei minori» dell’Istituto di psicologia all’Università Gregoriana. Questo centro con sede a Monaco di Baviera infatti, elaborerà per un periodo di tre anni un programma e-learning, cioè una piattaforma di apprendimento su Internet in varie lingue. E questo per cercare «di incentrare l’attenzione sulla violenza sessuale nella Chiesa e nella società in generale», e anche «come strumento per la prevenzione di future violenze sessuali». Insomma tutto il Simposio è stato organizzato con la speranza che il dibattito suscitato «favorisca una maggiore determinazione, trasparenza e consapevolezza del dovere di tutti i cattolici di affrontare la difficile questione della violenza sessuale». Sulla scia delle parole illuminanti e degli atti di governo decisi di papa Benedetto XVI.
© Copyright Avvenire, 28 luglio 2012
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