domenica 27 maggio 2012
Voci di nuovi indagati. Oltretevere adesso è caccia ai mandanti (Galeazzi)
Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
Voci di nuovi indagati
Oltretevere adesso è caccia ai mandanti
Un funzionario laico nel mirino: potrebbe essere arrestato
GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO
Interrogatori di funzionari laici della Segreteria di Stato, caccia al possibile mandante dei corvi, «governance» interna in affanno. Scandali anche più gravi (come il caso Calvi) hanno attraversato il pontificato di Wojtyla, ma oggi l’eco mediatica è moltiplicata. Gli investigatori vaticani cercano riscontri, prove, complici e un eventuale «livello superiore», tanto che è stata già chiusa l’«istruttoria sommaria» del promotore di giustizia Nicola Picardi e si è avviata la fase di «istruttoria formale», condotta dal giudice istruttore Piero Antonio Bonnet.
Ieri il Papa ha citato il Vangelo: «Il vento scuote la casa di Dio, ma essa non cade». Nessun riferimento diretto allo scandalo Vatileaks però l’accenno alle nubi che si addensano sul presente. Il passaggio alla fase formale, spiega il portavoce padre Lombardi, ha permesso la ufficializzazione del nome dell’arrestato, e di detenzione a tutti gli effetti si tratta, visto che in Vaticano non esiste il «fermo». Le indagini procedono spedite grazie al fatto che la giurisdizione è interamente vaticana: Gabriele è cittadino vaticano, abita accanto alla Gendarmeria, e in casa sua sono stati «rinvenuti documenti riservati». Indagini a tutto campo, che non escludono «altri atti» e i cui tempi, per questo, potrebbero anche allungarsi. Sempre padre Lombardi nel pomeriggio interviene per precisare che «attualmente la magistratura ha contestato a Paolo Gabriele semplicemente il reato di furto aggravato: siamo ad uno stadio molto iniziale del procedimento penale, perciò le quantificazioni di pene gravissime avanzate da alcune testate non hanno ragione di essere». Una precisazione rispetto ad alcune notizie secondo cui a Gabriele sarebbero stati contestati reati come come quello di violazione della corrispondenza di un capo di Stato, e quindi l’attentato alla sicurezza dello Stato, con una pena prevista fino a 30 anni di carcere.
Ma queste accuse, allo stato, non sono state formalizzate. Dopo la perquisizione che ha permesso di trovare a casa di una delle persone più vicine a Benedetto XVI documenti ai quali solo una ristretta cerchia di collaboratori poteva avere accesso, la gravità del reato e la necessità di proteggere il Papa e l’immagine della Santa Sede non fanno trascurare nessun mezzo investigativo, compresi tabulati telefonici e documentazione bancaria. Dagli interrogatori inoltre si spera di trarre ulteriore materia di indagine. Per gli inquirenti è aperto, inoltre, il capitolo dei possibili moventi. Il primo è quello dei soldi, ma molti lo escludono perché il devoto Gabriele «non è il tipo», viene sottolineato: «non trafugherebbe mai assicura chi lo conosce - documenti dal fax del Papa per soldi». Motivi «ideologici», allora: ad esempio, osserva chi ipotizza questo movente, il «corvo» denominato «Maria» nel libro di Gianluigi Nuzzi è descritto come cristiano, amante della Chiesa, disgustato dalle faide e guerre di potere. In questo caso una persona fedele potrebbe essere ingenuamente caduta vittima delle proprie buone intenzioni e l’ipotesi di un «livello superiore» nella fuga dei documenti si rafforzerebbe. Livelli a parte, gli inquirenti non hanno mai trascurato l’ipotesi che ci siano dei complici. Possibile un ulteriore arresto nelle prossime ore. «Il lavoro è solo all’inizio», assicurano. «Viviamo una situazione precaria, caratterizzata dall’insicurezza e dalla frammentarietà delle scelte». Mancano validi punti di riferimento a cui ispirare la propria esistenza. «Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perchè era fondata sulla roccia», evidenzia il Papa. Perciò «diventa sempre più importante costruire l’edificio della vita e il complesso delle relazioni sociali sulla roccia stabile della Parola di Dio, lasciandosi guidare dal Magistero della Chiesa».
© Copyright La Stampa, 27 maggio 2012
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