giovedì 26 aprile 2012

Card. Koch: mi ha stupito l'appello del Papa ai preti dissidenti. Gli Ordinariati Anglocattolici sono frutto del lavoro ecumenico (Izzo)

PAPA: CARDINALE KOCH, MI HA STUPITO APPELLO A PRETI DISSIDENTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 apr.

"La mia reazione immediata e' stata di stupore: perche' rendere tale onore della citazione alla 'Chiamata alla disobbedienza'?
D'altra parte, pero', era ormai necessario che il Papa dicesse una parola al riguardo". Il cardinale Kurt Koch confida alla rubrica "Rosso porpora" del settimanale "Tempi" la sua reazione davanti all'appello all'obbedienza rivolto da Benedetto XVI ai sacerdoti dissidenti dell'Austria nella messa crismale, un "contesto - spiega - dove si rinnovano le promesse sacerdotali, tra le quali quella dell'obbedienza".
"Un'occasione significativa - dunque - poiche' sono importanti non solo le parole ma anche il contesto che rende il tutto assolutamente chiaro". Il Pontefice, sottolinea Koch, anche in questo caso e' intervenuto "alla sua maniera, chiara ma molto gentile".
Nell'intervista, il presidente del Pontificio Consiglio per l'unita' dei cristiani si sofferma anche sulle radici del dissenso che sembra estendersi dall'Austria all'intera area tedesca. "Credo che da noi - spiega il porporato svizzero - abbiano recepito il Concilio accogliendo soprattutto l'interpretazione datane da Hans Kung e, a ruota, da molti massmedia". Su questa, secondo il cardinale Koch, "si fondano le irrequietezze odierne". In ogni caso, osserva il capo dicastero, "molti hanno firmato perche' percepiscono le difficolta' del momento; non penso pero' che tutti siano d'accordo con gli sviluppi: sacerdoti e diaconi che incitano alla disobbedienza e' un fatto molto inusuale".

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PAPA: KOCH, ORDINARIATI ANGLOCATTOLICI FRUTTO LAVORO ECUMENICO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 apr.

"Il fatto che gruppi di anglicani chiedano di entrare nella Chiesa Cattolica e' il frutto del dialogo ecumenico di questi decenni, di questi anni. Senza il consenso raccolto per il lavoro fatto, tale situazione non si sarebbe concretizzata". Lo afferma il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l'Unita' dei cristiani, in un'intervista pubblicata dal settimanale "Tempi" nella rubrica "Rosso porpora".
"La conversione di singoli - osserva il cardinale Koch - e' una costante nella storia della Chiesa Cattolica. La novita' risiede nel fatto che in questa fase ci sono gruppi di vescovi e sacerdoti con i loro fedeli che chiedono di entrare. Fin qui sono oltre mille, un fatto nuovo che il Santo Padre ha onorato, aprendo ai postulanti la porta della Chiesa Cattolica e concedendo loro - attraverso l'istituzione degli ordinariati - di conservare alcune forme liturgiche specifiche anglicane".
"L'iniziativa - tiene a ricordare il capo dicastero - non e' stata del Santo Padre, il quale ha dato una risposta positiva a una richiesta esterna". Tutto dipende, secondo Koch, "dalle grandi dinamiche sviluppatesi in questi anni all'interno della comunita' mondiale anglicana".
Infatti, "tra le varie Chiese nazionali le differenze in materia etica sono enormi. L'arcivescovo di Canterbury e' responsabile dell'unita' interna, ma non ha il potere di imporre soluzioni". E il dimissionario Rowan Williams "ha fatto molto, ha cercato di salvare quel che poteva".

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3 commenti:

  1. Non capisco lo stupore di Koch. Il suo è un messaggio ambiguo. Indubbiamente il papa avrebbe fatto meglio a deporre e condannare vescovi e preti.
    Se uno stupore ha diritto d'esistere è la "gentilezza" del Pontefice dinnanzi a tale e tanta ribellione.

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  2. Non capisco lo stupore di Koch. Il suo è un messaggio ambiguo. Indubbiamente il papa avrebbe fatto meglio a deporre e condannare vescovi e preti.
    Se uno stupore ha diritto d'esistere è la "gentilezza" del Pontefice dinnanzi a tale e tanta ribellione.

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  3. Invece non è per nulla sorprendente: Benedetto XVI è un maestro che espone con mitezza e chiarezza le proprie posizioni, ma l'uso della forza e della condanna non sarebbero per nulla in linea con il suo stile ed avrebbero accelerato uno scisma. Molto meglio cercare di far riflettere i dissidenti ed istruirli richiamando con ferma calma le ragioni più profonde dell'agire della Chiesa. Non è forse esattamente lo stesso modo di agire che caratterizza il suo approccio con la SSPX, cercare di moderare i toni e metter fine con un dialogo fermo ma cordiale alle disobbedienze della pecorella smarrita e recalcitrante?

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