LIBRO PAPA: NON SONO LE STELLE A GUIDARE DESTINO DEGLI UOMINI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 20 nov.
Nel mondo antico i corpi celesti erano guardati come potenze divine che decidevano il destino delle persone. Nel Vangelo su questo c'e' "una specie di svolta antropologica: l'uomo assunto da Dio, come qui si mostra nel Figlio unigenito, e' piu' grande di tutte le potenze del mondo materiale e vale di piu' dell'universo intero". Lo scrive il Papa nel libro "L'infanzia di Gesu'" presentato oggi. "Non e' la stella - spiega - a determinare il destino del Bambino, ma il Bambino guida la stella".
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LIBRO PAPA: UN NERO FRA I TRE MAGI PERCHE' SIAMO UGUALI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 20 nov.
Nel volume "L'infanzia di Gesu'", che sara' in libreria da domani, il Papa si sofferma anche sul "re di colore nero" che faceva parte dei Magi, ricordando che "nel regno di Gesu' Cristo non c'e' distinzione di razze e di provenienze: in Lui e per Lui, l'umanita' e' unita, senza perdere la ricchezza della varieta'". Per Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, i tre Magi sono il simbolo del "cammino delle religioni verso Cristo", ma anche dell'"autosuperamento della scienza in vista di Lui"."I sapienti dell'Oriente - scrive il Papa - sono un inizio, rappresentano l'incamminarsi dell'umanita' verso Cristo, inaugurano una processione che percorre l'intera storia", spiega il papa nel suo terzo libro "L'infanzia di Gesu'".
I Magi, precisa, "non erano soltanto astronomi"; erano "sapienti, rappresentavano la dinamica dell'andare al di la' di se', intrinseca alle religioni - una dinamica che e' ricerca della verita', ricerca del vero Dio e quindi anche filosofia nel senso originario della parola". "Non rappresentano soltanto le persone che hanno trovato la via fino a Cristo, ma l'attesa interiore dello spirito umano, il movimento delle religioni e della ragione umana intorno a Cristo", sottolinea Benedetto XVI.
Sull'interpretazione che vede correlati i tre re con le tre eta' della vita dell'uomo: giovinezza, eta' matura e vecchiaia, il Pontefice ritiene che sia "un'idea ragionevole che fa vedere che le diverse forme della vita umana trovano il rispettivo significato e la loro unita' interiore nella comunione con Gesu'".
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".. nel regno di Gesu' Cristo non c'e' distinzione di razze e di provenienze.. ".
RispondiEliminaInvece scrivere "siamo tutti uguali" a priori è ribadire, attribuendolo al Papa, il diktat assolutistico: "Liberté, Egalité..."