martedì 20 novembre 2012

Il Papa torna professore. Per la terza volta il Pontefice indossa i panni del saggista e conclude una trilogia su Gesù di Nazaret

Papa/ Conclude trilogia su Gesù contro mito e scetticismo

La verginità di Maria, il bue e l'asinello, la cometa 'supernova'

Città del Vaticano, 20 nov. (TMNews) 

Il Papa torna professore. Per la terza volta il Pontefice indossa i panni del saggista e conclude una trilogia su Gesù di Nazaret. 
Nel 2007 Benedetto XVI ha dato alle stampe il primo volume su Gesù di Nazaret (dal battesimo alla trasfigurazione), nel 2011 quello che copre gli eventi dall'ingresso a Gerusalemme alla risurrezione e da domani arriva in libreria - un milione di copie in nove lingua destinate a cinquanta paesi diversi - il terzo e ultimo libro. 
'L'infanzia di Gesù' - "quasi una sala d'ingresso ai due precedenti volumi" - sviscera i racconti contenuti nei Vangeli di Matteo e Luca sull'infanzia del Nazareno e passa in rassegna senza timore questioni fondamentali come la virginità della Madonna, i magi e la stella cometa, il bue e l'asinello. Problematico, coltissimo, il Papa insiste sul fatto che il Vangelo è "storia, storia reale, avvenuta, certamente storia interpretata e compresa in base alla Parola di Dio". Non è né mito né biografia, ma va letto con gli occhi della fede.
L''Osservatore romano' chiosa - in un articolo del direttore Gian Maria Vian intitolato 'La protesta dei magi' - ricordando che "all'inizio degli anni Sessanta del Novecento in alcuni ambienti esegetici anche cattolici cominciò a rafforzarsi un'ondata di scetticismo, se non addirittura di sufficienza, nei confronti dei racconti evangelici canonici dell'infanzia. A farne le spese era in particolare l'episodio dei magi, dei quali si arrivava a proclamare senza esitazioni che non fossero mai esistiti". In quegli anni Joseph Ratzinger iniziava la sua carriera accademica nelle facoltà teologiche di teologia, oggi torna sull'argomento con l'autorità del Pontefice romano.
Ratzinger sottolinea che nella genealogia di Gesù vi sono quattro donne - Tamar, Rahab, Rut e la moglie di Uria - sono tutte peccatrici ("la loro menzione implicherebbe l'indicazione che Gesù avrebbe preso su di sé i peccati e, con questi, il peccato del mondo") e non ebree: "Per loro tramite entra quindi nella genealogia di Gesù il mondo delle genti - si rende visibile la sua missione verso ebrei e pagani". Grande rilievo hanno nel libro del Papa le figure di Maria e Giuseppe. Quest'ultimo è "una persona intimamente attenta al divino, dotata di una peculiare sensibilità per Dio e per le sue vie". La Madonna "appare una donna coraggiosa, che anche di fronte all'inaudito, mantiene l'autocontrollo". Ratzinger si sofferma poi su un tema 'scomodo'. "Il parto verginale - mito o verità storica?", è la domanda. "E' una realtà storica, un reale evento storico, oppure è una pia leggenda che, a modo suo, vuole esprimere ed interpretare il mistero di Gesù?". Il Papa giunge alla conclusione che Gesù è nato da "Maria Vergine", non senza aver prima parlato degli interrogativi che da secoli pongono fedeli, teologi e uomini di Chiesa e dopo aver preso le distanze, sul tema, anche dal suo amato Sant'Agostino. "Se Dio non ha anche potere sulla materia, allora Egli non è Dio", è la conclusione. "Ma Egli possiede questo potere, e con il concepimento e la risurrezione di Gesù Cristo ha inaugurato una nuova creazione".
Stesso approccio sulla cometa. Con il sorgere dell'astronomia moderna, sviluppata pure da cristiani credenti, è stata posta nuovamente nche la questione circa questo astro", avverte Ratzinger. Il Papa sottolinea che l'anno 7 o 6 avanti Cristo è "l'anno verosimile della nascita di Gesù". Ammette la teoria di Giovanni Keplero, secondo il quale la cometa era una supernova, "stella debole o molto lontana in cui avviene un'enorme esplosione, così che essa per settimane e mesi sviluppa un'intensa luminosità". COncede anche che "la grande congiunzione di Giove e Saturno nel segno zodiacale dei Pesci negli anni 7-6 a.C. Sembra essere un fatto accertato". Ma la scienza non basta a spiegare perché i re Magi si sono messi in marcia verso il Paese di Giuda: "Non è la stella a determinare il destino del Bambino, ma il bambino guida la stella".
Non ha timore, Ratzinger, di demitizzare anche alcuni capisaldi della devozione popolare. Alla nascita di Gesù nella grotta, "nel Vangelo non si parla di animali", scrive Ratzinger. "Ma la meditazione guidata dalla fede, leggendo l'Antico e il Nuovo Testamento collegati tra loro, ha ben presto colmato questa lacuna". E, con una contaminazione tra il Vangelo e i libri biblici di Isaia, Esodo e Abacuc, sono spuntati, come figure simboliche, il bue e l'asinello. "L'iconografia cristiana - rassicura il Papa - già ben presto ha colto questo motivo. Nessuna raffigurazione del presepe rinuncerà al bue e all'asino". Quanto al "canto degli angeli" raccontato dal Vangelo, "si può ben comprendere che il semplice popolo dei credenti abbia poi sentito cantare anche i pastori, e, fino a oggi, nella Notte Santa, si unisca alle loro melodie, esprimendo col canto la grande gioia che da allora sino alla fine dei tempi a tutti è donata".
Il libro, edito insieme da Rizzoli e Libreria editrice vaticana (Lev), è stato presentato stamane dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, dalla teologa brasiliana Maria Clara Bingemer, dal direttore della Lev don Giuseppe Costa e da Paolo Mieli, presidente di Rcs libri. Il portavoce vaticano Federico Lombardi ha moderato la tavola rotonda. I partecipanti sono stati poi ricevuti in udienza dal Papa. L'edizione italiana è stata curata da Ingrid Stampa, ex assistente di Ratzinger il cui nome è stato citato nella vicenda Vatileaks. "Solo un grande coraggio e una grande passione potevano permettere di arrivare in porto in anni in cui gli impegni del governo della Chiesa universale sono così grandi", ha commentato padre Lombardi. "Per molti di noi, che il Papa vi sia riuscito ha dell'incredibile e suscita grande ammirazione e grandissima gratitudine. Il piccolo libro, oggi, è nelle nostre mani: forse è piccolo fisicamente, ma non così piccolo come significato". Dal cardinale Ravasi un intervento colto che non ha mancato di fare riferimento all'attualità: "Io penso al grido delle madri nella strage degli innocenti, che è un grido perenne, perpetuo. E' un grido universale, che risuona ancora ai nostri giorni. Muoiono i bambini a Gaza e il grido delle madri è il continuo grido...".

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