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Papa: la festa di tutti i santi ci ricorda che il nostro destino è l'eternità
L'odierna solennità fa anche pensare alla Chiesa "nella sua duplice dimensione: la Chiesa in cammino nel tempo e quella che celebra la festa senza fine, la Gerusalemme celeste. Queste due dimensioni sono unite dalla realtà della comunione dei santi", realtà che comincia quaggiù e si completa in cielo.
Città del Vaticano (AsiaNews)
L'odierna festa di tutti i santi "ci fa riflettere sul duplice orizzonte dell'umanità, che esprimiamo simbolicamente con le parole terra e cielo: la terra rappresenta il cammino storico, il cielo l'eternità" e i santi, "anche quelli che solo Dio conosce", ci ricordano che tutti siamo chiamati alla santità, cioè alla vita eterna nella gloria del Signore.
Benedetto XVI ha voluto ricordare così il significato della odierna solennità nelle parole che ha rivolto alle 30mila persone presenti in piazza san Pietro per la recita dell'Angelus.
Ma la festa di oggi, nelle parole del Papa fa anche pensare alla Chiesa "nella sua duplice dimensione: la Chiesa in cammino nel tempo e quella che celebra la festa senza fine, la Gerusalemme celeste. Queste due dimensioni sono unite dalla realtà della «comunione dei santi»: una realtà che comincia quaggiù sulla terra e raggiunge il suo compimento in Cielo. Nel mondo terreno, la Chiesa è l'inizio di questo mistero di comunione che unisce l'umanità, un mistero totalmente incentrato su Gesù Cristo: è Lui che ha introdotto nel genere umano questa dinamica nuova, un movimento che la conduce verso Dio e al tempo stesso verso l'unità, verso la pace in senso profondo. Gesù Cristo - dice il Vangelo di Giovanni (11,52) - è morto «per riunire insieme i figli di Dio dispersi», e questa sua opera continua nella Chiesa che è inseparabilmente «una», «santa» e «cattolica». Essere cristiani, far parte della Chiesa significa aprirsi a questa comunione, come un seme che si schiude nella terra, morendo, e germoglia verso l'alto, verso il cielo".
"I Santi - quelli che la Chiesa proclama tali, ma anche tutti i santi e le sante che solo Dio conosce, e che oggi pure celebriamo - hanno vissuto intensamente questa dinamica. In ciascuno di loro, in modo molto personale, si è reso presente Cristo, grazie al suo Spirito che opera mediante la Parola e i Sacramenti. Infatti, l'essere uniti a Cristo, nella Chiesa, non annulla la personalità, ma la apre, la trasforma con la forza dell'amore, e le conferisce, già qui sulla terra, una dimensione eterna".
"Ma questo inserimento in Cristo ci apre - come dicevamo - anche alla comunione con tutti gli altri membri del suo Corpo mistico che è la Chiesa, una comunione che è perfetta nel «Cielo», dove non c'è alcun isolamento, alcuna concorrenza o separazione. Nella festa di oggi, noi pregustiamo la bellezza di questa vita di totale apertura allo sguardo d'amore di Dio e dei fratelli, in cui siamo certi di raggiungere Dio nell'altro e l'altro in Dio. Con questa fede piena di speranza noi veneriamo tutti i santi, e ci prepariamo a commemorare domani i fedeli defunti. Nei santi vediamo la vittoria dell'amore sull'egoismo e sulla morte: vediamo che seguire Cristo porta alla vita, alla vita eterna, e dà senso al presente, ad ogni attimo che passa, perché lo riempie d'amore, di speranza. Solo la fede nella vita eterna ci fa amare veramente la storia e il presente, ma senza attaccamenti, nella libertà del pellegrino, che ama la terra perché ha il cuore in Cielo".
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