Mons. Moraglia: Albino Luciani, pastore “senza timori né calcoli umani”
Non “un ingenuo e un semplice, un intransigente e una persona non all’altezza, non in grado di dire no ad un peso per lui eccessivo”, bensì un uomo e un pastore “impegnato in un annuncio evangelico compiuto nella Chiesa e a nome della Chiesa, senza timori e calcoli umani”, secondo la “fortezza degli umili”. A delineare, sfatando alcuni stereotipi, la figura di Albino Luciani, già patriarca di Venezia e per 33 giorni Papa Giovanni Paolo I, è mons. Francesco Moraglia, attuale patriarca della diocesi lagunare, nell’omelia della Messa presieduta ieri sera nella Basilica di San Marco con i vescovi del Triveneto nel centenario della nascita del Pontefice di Canale d’Agordo. Sottolineando la “libertà dell’uomo e del pastore anche di fronte al rischio dell’impopolarità”, mons. Moraglia – riferisce l’Agenzia Sir - ha descritto Luciani come “un sincero e onesto lavoratore della vigna del Signore, uomo profondamente obbediente a Dio e al Suo progetto, chiamato a compiti e decisioni davvero ardue”. Di qui il richiamo al Messaggio Urbi et Orbi del 27 agosto 1978, appello “all’effettiva comunione ecclesiale costruita attorno a Gesù Cristo e al suo Vangelo”, alla responsabilità e alla “volontà di conversione, superando le tensioni interne alla Chiesa e, attraverso la vigilanza, l’impegno a resistere alla tentazione di uniformarsi al mondo”.
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