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martedì 2 ottobre 2012
50° del Concilio, “Ripartire dagli archivi” (Sir)
50° CONCILIO: P. ARDURA (SANTA SEDE) E CHENAUX (LATERANENSE), “RIPARTIRE DAGLI ARCHIVI”
“Ripartire dagli archivi”: è questa la “scommessa” alla base dell’indagine condotta su scala mondiale sullo stato degli archivi dei padri conciliari, avviata a partire dal 2011 dal Pontificio Comitato di scienze storiche in collaborazione con il Centro studi e ricerche sul Concilio Vaticano II della Pontificia Università Lateranense. I primi risultati della ricerca verranno illustrati nel Convegno internazionale organizzato dagli organismi citati in Vaticano, da domani fino al 5 ottobre, sul tema: “Il Concilio ecumenico Vaticano II alla luce degli archivi dei padri conciliari”. Nel 50° anniversario dell’apertura, “abbiamo proposto di iniziare una ricerca sugli archivi privato di padri conciliari - ha spiegato padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di scienze storiche, presentando oggi l’iniziativa ai giornalisti - allo scopo di identificare ed inventariare i documenti da loro prodotti: diari, appunti vari sulle riunioni delle commissioni o delle sessioni solenni in San Pietro, articoli destinati ad essere pubblicati nelle riviste diocesane”. “Fonti private”, dunque, che “non hanno uno statuto ufficiale, ma sono di grande importanza” per aiutarci a “capire come i Padri conciliari hanno vissuto il grande evento del Concilio, come lo hanno capito, come hanno reagito di fronte alle varie opinioni manifestatati nell’aula conciliare”.
Cinquant’anni fa, ha ricordato padre Ardura, la situazione dell’episcopato era molto diversa da quella attuale: i vescovi provenienti dal continente americano e dall’Europa furono 2090, mentre erano soltanto 408 quelli provenienti dall’Asia, 351 quelli dall’Africa e 74 quelli dall’Oceania. La stragrande maggioranza dei vescovi provenienti dai territori “di missione” era inoltre europea e apparteneva ad istituti missionari. “Non tutti i documenti archivistici sono conservati nelle diocesi ma anche nelle case religiose”, ha precisato padre Ardura: “Il culto degli archivi, sviluppatesi in Europa e in America, non è universale, in particolare in certi Paesi d’Asia e d’Africa”. Il lavoro di “storicizzazione” del Concilio, ha spiegato Philippe Chenaux, direttore del Centro studi e ricerche “Concilio Vaticano II” della Pul, è nato negli anni Ottanta a partire dalla convinzione che “fosse impossibile scrivere la storia del Vaticano II basandosi unicamente sui documenti ufficiali del Concilio”, ma che occorreva “impegnarsi in un vasto lavoro di reperimento e catalogazione delle ‘fonti locali’”. “Non si tratta - ha precisato l’esperto - di scrivere una ‘contro-storia’ del Concilio, quanto di riprendere l’indagine storica sulla base di una documentazione la più larga possibile e senza a priori di tipo ideologico”.
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