sabato 29 settembre 2012

L'avvocato di Gabriele ha contestato la competenza del tribunale vaticano, il decreto di rinvio a giudizio e l'utilizzo di una telecamera sul pianerottolo di casa di Gabriele. Eccezioni respinte dal tribunale


Vaticano/ Avvocato maggiordomo contesta tribunale (e telecamera)

La legale di Paolo Gabriele contro sentenza di rinvio a giudizio

Città del Vaticano, 29 set. (TMNews) 

Ha contestato la competenza del tribunale vaticano, il decreto di rinvio a giudizio, una telecamera piazzata sul pianerottolo di casa del maggiordomo del Papa dopo che egli era stato arrestato, l'avvocata Cristiana Arru, unica rimasta ad assistere Paolo Gabriele dopo l'improvviso ritiro dell'avvocato Carlo Fusco nel corso dell'estate.
La legale di Gabriele ha iniziato la seduta d'avvio del processo ha contestato innanzitutto l'incompetenza del collegio cardinalizio, sostenendo che ad occuparsi della violazione del segreto pontificio dovrebbe essere la Santa Sede (in base al diritto canonico) e non lo Stato della Città del Vaticano (in base ai codici di procedura penale in vigore all'interno delle Mura leonine). Il tribunale vaticano, presieduto da Giuseppe Dalla Torre, ha però rigettato la richiesta sottolineando che il processo è relativo al solo capo di imputazione del furto aggravato di documenti riservati della Santa Sede, e non riguarda, pertanto, il diritto canonico ma quello vaticano.
Cristiana Arru ha poi chiesto la nullità della sentenza di rinvio a giudizio per la genericità delle accuse contenute in merito a corpo del reato e materiale sequestrato. Eccezione anch'essa respinta. Rigettata anche - perché considerata inutile - la richiesta di una perizia dattiloscopica tesa a rilevare le impronte digitali sulla pepita d'oro (o presunta tale) rinvenuta a casa di Paolo Gabriele. Bocciata - in quanto infondata - la contestazione che l'avvocata ha avanzato nei confronti di una telecamera installata sul pianerottolo di casa di Paolo Gabriele.
Il dispositivo, ha argomentato il tribunale, era stato autorizzato dalle competenti autorità l'otto giugno (Paolo Gabriele era stato arrestato il 23 maggio). In una memoria scritta consegnata prima dell'avvio del processo, infine, la legale del maggiordomo chiedeva anche una planimetria dello studio del segretario personale del Papa, mons. Georg Gaenswein, e l'acquisizione nel dibattimento delle testimonianze rese sul caso Vatileaks ad una commissione cardinalizia creata 'ad hoc' dal Papa.
La planimetria è stata negata per motivi di sicurezza, mentre la commissione, ha ricordato il presidente del tribunale, è stata istituita secondo l'ordinamento canonico con l'incarico di riferire esclusivamente al Pontefice, per cui non ha rilevanza per l'ordinamento vaticano. "Me lo aspettavo", ha ammesso l'avvocata ai cronisti che le hanno potuto rivolgere una domanda.

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