Impensabile un numero chiuso per la Sistina
«La Sistina oltraggiata dai turisti: offesi i tesori e la fede» è il titolo di un articolo di Pietro Citati, pubblicato sul «Corriere della sera» del 27 settembre dedicato al capolavoro di Michelangelo visitato ogni anno da cinque milioni di persone. «Credo che fra qualche tempo -- scrive -- bisognerà provvedere a restaurare la Sistina un'altra volta; e così senza fine, via via che il greve respiro umano riempirà il vasto soffitto della Cappella». A rispondere allo scrittore è lo stesso Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani: «Conosco Citati ed è un autore che ammiro e stimo. Detto questo, quello di cui parla è il problema di tutti i grandi musei che attraggono le masse: le sue parole potrebbero descrivere anche gli Uffizi o il Louvre. Il tempo in cui solo granduchi russi o milord inglesi, o esperti come Bernard Berenson potevano accedere ai grandi capolavori dell'arte è definitivamente tramontato. Adesso siamo nell'epoca del turismo dei grandi numeri, milioni di persone vogliono godere della cultura storica; è un fenomeno di cui siamo perfettamente consapevoli e che deve essere fronteggiato. Abbiamo triplicato il numero dei custodi -- continua Paolucci -- e da due anni è in corso uno studio per rinnovare il sistema di aerazione e di controllo dell'umidità; è un intervento necessario per garantire la salvaguardia degli affreschi e il benessere dei visitatori. Ma un numero chiuso è impensabile. La Sistina non è solo un luogo artistico, è anche una cappella consacrata, un compendio di teologia e un vero e proprio catechismo messo in figura. Si può mettere un numero chiuso a Lourdes o a San Giovanni Rotondo? Con l'emancipazione dei Paesi emergenti saranno sempre di più le persone che potranno permettersi un viaggio a Roma e accedere a questa bellezza, visitando i due luoghi simbolo della capitale della cristianità, il Colosseo e la Sistina». E alla fine dell'anno -- ci dice Paolucci -- sarà presentato alla stampa il nuovo piano per l'abbattimento degli inquinanti atmosferici: «È un progetto molto ambizioso e costoso ma la salvaguardia dell'opera è, ovviamente, il primo dei nostri doveri». (silvia guidi)
(©L'Osservatore Romano 27 settembre 2012)
basta con le Chiese ridotte a musei.
RispondiEliminaSono luoghi di Fede e l'arte è funzionale ad essa, non è li per un puro fine estetico.
Mi ricordo una volta nel Duomo di Firenze (ingresso a pagamaento naturalmente), in una giornata un po' calda e afosa vidi un turista con fattezze asiatiche (sarà stato giapponese), che bagnava il fazzoletto nell'acuasantiera per rinfrescarsi la fronte, lo rimproverai e quello mi guardò stranito.
Chiaro se quello è presentato come un museo, come può far pensare a qualcuno al sacro?
Corrado
Beh,che dire di quelli che bivaccano sulle scalinate di cattedrali da ogni parte,che entrano come se andassero in spiaggia,più nudi che vestiti,che non si curano neanche di rispettar la'sacralità'dei luoghi,in fondo una chiesa è sempre concepita come la casa del Signore,un pò di rispetto non guasterebbe,basterebbe un pò di educazione;a proposito,io non sono riuscito a vedere il duomo di Siena nella sua interezza,perchè paga il biglietto di qua,paga di là,siccome c'era tutta la mia famiglia e veniva una cifra,ho praticamente pagato abbastanza per vedere una navata laterale sola,le altre erano transennate e non visibili senza biglietto...GR2
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