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martedì 31 luglio 2012
Il Papa in Libano: una difficile missione di pace nel cuore del Medio Oriente (Izzo)
PAPA IN LIBANO: UNA DIFFICILE MISSIONE DI PACE NEL CUORE DEL M.O.
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 31 lug.
"Cristiani e musulmani, tutto il popolo libanese, sono felici di poter ricevere il Santo Padre e si stanno preparando per questo grande evento. Il Santo Padre e' l'uomo-chiave che puo' dare speranza e non soltanto al popolo libanese, ma a tutte le persone del Medio Oriente".
Mentre fervono i preparativi a Beirut per la visita di Benedetto XVI, in programma fra un mese e mezzo, dal 14 al 16 settembre l'arcivescovo maronita di Beirut, monsignor Paul Matar, anticipa il senso di questo evento lungamente atteso e preparato. "Tutti i libanesi - assicura - amano il Papa e ricordano ancora l'ultima visita di Giovanni Paolo II nel 1997, che fu un successo. Sono ora felici di ricevere il Papa, perche' hanno bisogno di essere confermati nella speranza della pace e non soltanto per il Libano, ma per tutta la regione".
"Tutti qui - spiega il presule ai microfoni della Radio Vaticana - sono in ansia per quanto sta succedendo in Medio Oriente e vorrebbero avere la speranza che possano essere trovate delle soluzioni". 
La preparazione della visita si e' articolata, spiega monsignor Matar, "a molti livelli: a livello materiale, ma anche morale e psicologico.
Il governo, insieme a tutti i libanesi, sta cercando di mantenere calma la situazione nel Paese e sta cercando di preparare un’atmosfera di riconciliazione fraterna così da poter ricevere il Papa come un popolo unito". "Stiamo poi preparando la visita del Papa - aggiunge il vescovo maronita di Beirut - anche attraverso una campagna televisiva, che partira' probabilmente a fine agosto, cosi' da preparare tutti ai diversi eventi che si terranno. Siamo sulla buona strada".
Come e' noto, occasione del viaggio del Pontefice e' la pubblicazione dell'Esortazione Apostolica alle comunita' del Medio Oriente, frutto del Sinodo Speciale celebrato a Roma. Ma nel frattempo la situazione dell'area si e' ulteriormente ingarbugliata: al conflitto israelo-palestinese e alle conseguenze della guerra in Iraq si aggiungono infatti gli effetti destabilizzanti della cosidetta "primavera araba" e in particolare la crisi della Siria, paese che da venti anni esercitava una sorta di ruolo di protezione sul Libano, garantendo di fatto un equilibrio tra le diverse componenti etnico-religiose dopo gli anni della guerra civile.
"Aspettiamo il Papa e attendiamo cosa ci dira' riguardo al futuro, riguardo all’amicizia con i fratelli musulmani, riguardo alla pace in Medio Oriente. Aspettiamo di ricevere il messaggio del Papa", afferma monsignor Matar. Da parte nostra, garantisce a nome della comunita' cristiana locale, composta anche da ortodossi, armeni, siri, copti e latini, "siamo sicuri di essere pronti a ricevere il suo messaggio". "La maggior parte della nostra gente - conclude il vescovo di Berut - non e' fondamentalista: la gente vuole vivere in pace e in amicizia e credo che il messaggio del Papa confermera' proprio questo".
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