Ior/ Direttore: No conti cifrati né investimenti speculativi
33mila conti, asset di sei miliardi euro, investito il 5%
Città del Vaticano, 28 giu. (TMNews)
Lo Ior non ha conti cifrati e non compie investimenti speculativi: lo ha dichiarato il direttore generale dell'Istituto per le Opere di Religione, Paolo Cipriani, in un briefing nella sede dell'istituto, nel torrione di Nicolò V in Vaticano, con un gruppo di giornalisti.
"Vorrei sfatare una volta per tutte questa leggenda: non esistono conti cifrati", ha detto Cipriani.
Il numero due dell'istituto - la presidenza è vacante dal licenziamento di Ettore Gotti Tedeschi lo scorso 24 maggio - ammette l'apertura di un conto solo a "nunziature e delegazioni apostoliche, dicasteri della Santa Sede, fondazioni canoniche e cause di beatificazione, uffici della Santa Sede, congregazioni religiose, istituti secolari, monasteri, conventi e abbazie, conferenze episcopali, diocesi e arcidiocesi, parrocchie e chiese, seminari e collegi, cardinali e vescovi, clero secolare, religiosi e religiose autorizzate, amasciate presso la Santa Sede e corpo diplomatico accreditato, dipendenti pensionati vaticani, famiglia pontificia".
Cipriani ha anche precisato che "non ci sono state alcune sistematiche uscite di capitali dall'entrata in vigore della legge CXXVII" sulla trasparenza finanziaria e che lo Ior non fa investimenti "speculativi" ma di "mantenimento".
Nello Ior, ha riferito Cipriani, ci sono 25 mila posizioni che corrispondono a 33 mila conti correnti. L'asset è di sei miliardi di euro e gli investimenti non superano il cinque per cento dell'asset e vengono fatte su prodotti finanziari affidabili che non scendono mai sotto il rating della singola A. Il 60-65% delle operazioni viene fatto in euro, il 30% circa in dollari e il resto in divise del G7. Lo Ior ha 112 dipendenti, direttore generale compreso, e alcuni consulenti esterni.
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Ior/ Direttore: Dissequestrato ma non disponibile conto 23 milioni
"JPMorgan ha fatto domande che di solito fa autorità vigilanza"
Città del Vaticano, 28 giu. (TMNews)
Il direttore generale dello Ior Paolo Cipriani ha spiegato il caso del sequestro del conto di 23 milioni di euro da parte della Procura di Roma nel corso di un briefing con i giornalisti nella sede dell'Istituto per le Opere di Religione.
Nel dicembre del 2010 fu sequestrato un trasferimento anonimo di 23 milioni di euro che transitava - sospettosamente, per l'accusa - dallo Ior alla JP Morgan Frankfurt (20 milioni) via Credito artigiano e alla Banca del Fucino (3 milioni). "Sono andato spontaneamente dai pm di Roma con il presidente - ha ricordato Cipriani nell'unico momento in cui ha citato, in due ore di incontro con i cronisti e solo implicitamente, l'ex presidente Ettore Gotti Tedeschi - e ho dato le informazioni. A giugno del 2011 c'è stato il dissequestro dei fondi ma per motivi amministrativi siamo ancora in attesa di poterli utilizzare e sono ancora presso il credito Artigiano".
Cipriani ha precisato anche i rapporti con JPMorgan Chase, che a marzo - come rivelò il 'Sole24Ore' - chiuse il conto che lo Ior aveva presso la banca americana, accusando l'istituto vaticano di aver rifiutato di dare informazioni sulla titolarità dei movimenti finanziari. "JPMorgan ha fatto domande che di solito fa l'autorità di vigilanza", ha detto oggi Cipriani. "Non è che non avevamo risposto. Noi rispondiamo, e non mi sembrava niente di trascendentale, ma per loro non era sufficiente. Mi domando perché le domande non ce le ha fatte direttamente l'autorità di vigilanza".
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