PAPA: SEGUENDO LOGICA UMANA DEL POTERE SI CREA NUOVA BABELE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 27 giu.
Anche oggi seguendo "la logica umana del potere, cercando il potere, il dominio con mezzi potenti, si finisce per costruire una Torre di Babele", con l'illusione di "essere all'altezza di Dio", il quale invece ha voluto "abbassarsi al nostro livello".
Benedetto XVI ha fotografato con queste parole, all'Udienza Generale di oggi, la condizione dell'umanita' del nostro tempo che cade nella tentazione di sempre, quell'inganno del serpente ad Adamo ed Eva.
"Adamo pretese di mettersi al posto di Dio perche' - ha spiegato Ratzinger - aveva un'idea sbagliata di Dio". Lo stesso accade oggi quando dimentichiamo che "l'ascesa a Dio avviene invece nella discesa, nell'umiliazione che ci rende capaci di vedere Dio". Allora, "in mezzo a tanti dominatori, e' necessario avere una scala di valori con al primo posto Dio, che e' l'unico tesoro per il quale vale la pena spendere la propria esistenza".
"Solo se usciamo da noi ci troviamo", ha osservato in proposito Papa Benedetto. "Adamo - dunque - ha sbagliato nell'idea di Dio. Imitare Dio vuol dire uscire da se stessi". E questo, ha scandito rivolto agli 8mila fedeli presenti nell'Aula Nervi, "non e' una perdita ma un guadagno, un forte invito alla gioia che e' la caratteristica fondamentale dell' essere cristiani: 'siate lieti nel Signore, siate lieti', ci raccomanda San Paolo poco prima del suo martirio: ma, ci chiediamo, come si puo' gioire davanti a una condanna a morte? La risposta e' nell'Inno cristologico che ci suggerisce: abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesu': amore, umilta' obbedienza a Dio', cioe' - ha osservato il Pontefice tedesco - non solo seguire l'esempio di Gesu' ma il suo modo di pensare e agire, il suo atteggiamento concreto e vissuto".
"Nella Croce di Cristo - ha quindi riassunto il Papa nella sua catechesi di oggi - l'uomo viene redento e l'esperienza di Adamo e' rovesciata: Adamo, creato a immagine e somiglianza di Dio, pretese di essere come Dio, di mettersi al posto di Dio, e perse la dignita' originaria che gli era stata data. Gesu' invece pur essendo 'nella condizione di Dio', si e' abbassato, si e' immerso nella condizione umana, nella totale fedelta' al Padre, per redimere l'Adamo che e' in noi e ridare all'uomo la dignita' che aveva perduto". "I Padri sottolineano che Cristo si e' fatto obbediente, restituendo alla nostra natura umana, attraverso la sua umanita' e obbedienza, quello che era stato perduto per la disobbedienza di Adamo", ha ricordato infine citando san Cirillo di Alessandria, per il quale "l'opera dello Spirito cerca di trasformarci per mezzo della grazia nella copia perfetta della sua umiliazione". "L'incarnazione e la Croce - ha quindi concluso Benedetto XVI - ci ricordano che la piena realizzazione sta nel conformare la propria volonta' umana a quella del Padre, nello svuotarsi di se' stessi, del proprio egoismo, per riempirsi dell'amore, della carita' di Dio e cosi' - ha detto il Papa - diventare veramente capaci di amare gli altri".
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PAPA: LA GENUFLESSIONE TESTIMONIA CIO' CHE DOBBIAMO A DIO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 27 giu.
"Di fronte al suo nome ogni ginocchio si pieghi".
Benedetto XVI ha ripetuto oggi l'invocazione che San Paolo rivolse ai Filippesi nel suo inno cristologico. "Piegare il ginocchio - ha spiegato agli 8mila fedeli che gremivano l'Aula Nervi in occasione dell'Udienza Generale - testimonia l'adorazione che tutte le creature debbono a Dio". Da qui "l'importanza di compiere questo gesto con profonda consapevolezza", davanti alla Croce o all'Eucaristia. Secondo il Papa teologo, infatti, proprio "sulla Croce Gesu' ha raggiunto massimo grado dell'umiliazione, perche' questa pena era riservata agli schiavi e non alle persone libere. Cosi' l'unico Signore della nostra vita, Dio, si e' abbassato con umilta' per elevarci fino a Lui".
"Quando ci inginocchiamo davanti al Signore noi confessiamo la nostra fede in Lui, riconosciamo che e' Lui l'unico Signore della nostra vita", ha ricordato ancora il Papa. "Cari fratelli e sorelle, nella nostra preghiera - ha aggiunto - fissiamo il nostro sguardo sul Crocifisso, sostiamo in adorazione piu' spesso davanti all'Eucaristia, per far entrare la nostra vita nell'amore di Dio, che si e' abbassato con umilta' per elevarci fino a Lui". "Come san Francesco davanti al Crocifisso - ha concluso infine Benedetto XVI - diciamo anche noi: Altissimo, glorioso Dio, illumina le tenebre del mio cuore. Dammi una fede retta, speranza certa e carita' perfetta, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volonta'.
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