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sabato 28 aprile 2012
Padre Lombardi: Nel canone della messa "la traduzione 'per molti', piu' fedele al testo biblico, va preferita a 'per tutti', che intendeva rendere piu' esplicita l'universalita' della salvezza portata da Cristo" (Izzo)
PAPA: LOMBARDI, PER MOLTI NON VUOL DIRE CHE NON E' PER TUTTI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 28 apr.
Nel canone della messa "la traduzione 'per molti', piu' fedele al testo biblico, va preferita a 'per tutti', che intendeva rendere piu' esplicita l'universalita' della salvezza portata da Cristo".
Lo afferma il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi che chiarisce ai microfoni della Radio Vaticana il senso di una lettera che nei giorni scorsi Benedetto XVI ha indirizzato all'episcopato tedesco su una questione riguardante la corretta interpretazione da attribuire alla formula della consacrazione del vino nella messa. Per la Chiesa Cattolica, sottolinea il portavoce, "il fatto che Gesu' sia morto per la salvezza di tutti e' fuori da ogni dubbio, quindi e' compito di una buona catechesi spiegarlo ai fedeli", ma occorre anche "spiegare allo stesso tempo il significato profondo delle parole delle'istituzione dell'Eucaristia".
"Per il Papa - infatti - le parole dell'istituzione dell'Eucarestia sono assolutamente fondamentali, siamo al cuore della vita della Chiesa: con il 'per molti', Gesu' si identifica con il Servo di Jahwe' annunciato dal profeta Isaia; ripetendo queste parole esprimiamo quindi meglio una duplice fedelta': la nostra fedelta' alla parola di Gesu', e la fedelta' di Gesu' alla parola della Scrittura".
"Una questione teologica - sottolinea Lombardi - ma dai profondi risvolti di fede per ogni cristiano". Infatti dicendo "il Signore si offre 'per voi e per molti' - spiega il gesuita - ci sentiamo direttamente coinvolti e nella gratitudine diventiamo responsabili della salvezza promessa a tutti".
"Il Papa - ricorda Lombardi - gia' aveva trattato di questo nel suo libro su Gesu' e ci dona ora un esempio profondo e affascinante di catechesi su alcune delle parole piu' importanti della fede cristiana. Una lezione di amore e di rispetto vissuto per la Parola di Dio, di riflessione teologica e spirituale altissima ed essenziale, per vivere con piu' profondita' l'Eucaristia". Nella sua lettera, scritta a Castelganfolfo nel breve soggiorno dopo Pasqua, conclude padre Lombardi, "il Papa termina dicendo che nell'Anno della fede dobbiamo impegnarci in questa direzione. Speriamo di farlo per davvero".
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Veramente perfetta la frase del card. Arinze (2006, citata nell'articolo di Valente):
RispondiElimina" «per molti» è da preferirsi perché «mentre rimane aperta ad includere ogni singola persona umana, rispecchia anche il fatto che questa salvezza non è compiuta quasi in maniera meccanica, senza il proprio volere o partecipazione» ".
Per quanto riguarda la "fedeltà di Gesù alla parola della Scrittura", affermata da p.Lombardi, siamo in piena eresia.
Gesù Cristo non fu "un fedele", bensì l'Autore Primo della Sacra Scrittura, che, dopo aver rivelato Dio indirettamente e in molti modi per millenni, Si incarnò per rivelarLo direttamente e per donarSi a noi.
Se rispettò le prescrizioni veterotestamentarie (condannando però l'incrostazione di mille precetti umani), fu perché esse erano basate sull'Alleanza particolare fra Dio e "un" popolo, voluta da Dio stesso come germe della futura (messianica) salvezza "pro multis"
forse padre Lombardi deve rileggersi la lettera o forse deve cambiare datore di lavoro: il Papa è chiaro: per molti non deve essere preferita a per tutti, ma deve sostituirlo
RispondiEliminaEllapeppa! Ma andate a prendervi un buon antiacido in farmacia!
RispondiEliminaCaro don Fabio, con tutto il rispetto, le ripeto ciò che scrivevo giorni fa a proposito di un articolo di padre Gheddo (20 aprile), con l' "equidistanza" fra "destra" e "sinistra" nel post-Concilio: sarebbe tanto bello che le mie obiezioni fossero frutto di eccessiva sottigliezza o suscettibilità.
RispondiEliminaPurtroppo la realtà mostra che non è così.
Crede che la questione del "Cristo fedele credente" sia secondaria? o che il dare per scontato che "scienza" e fede siano su versanti opposti, come fa il vescovo di Civita Castellana ("Secondo l'associazione..", 26 aprile), sia una bazzecola?
Le garantisco che io e tanti altri non abbiamo bisogno di un antiacido, ma di "un sorso di aria pura", come diceva una canzone di molti anni fa.
Nel nostro caso, il card. Arinze ce lo offre