In Vaticano la mostra “Verbum Domini”: 150 reperti biblici esposti nel Braccio di Carlo Magno
“Verbum Domini” è il titolo della mostra che verrà inaugurata domani in Vaticano nel Braccio di Carlo Magno. Riuniti per la prima volta oltre 150 oggetti di rilevanza storica, provenienti dalla Collezione Green - la più grande raccolta privata al mondo di testi e documenti biblici rari – e da collezioni private di vari Paesi. L’iniziativa promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura, è stata presentata stamani alla stampa nella sede della nostra emittente. Il servizio di Roberta Gisotti:
Una mostra interreligiosa ed ecumenica, aperta al grande pubblico gratuitamente, per avvicinare i visitatori alla storia della Bibbia, approfondire le radici comuni della fede cristiana ed ebraica, ricordare l’opera di quanti credenti nel corso del tempo si sono accostati a questo Libro sacro, per conoscerlo, tradurlo e tramandarlo. Tra i reperti in mostra, il Codex Climaci Rescriptus, una delle Bibbie più antiche al mondo, nella lingua madre di Gesu, l’aramaico palestinese. E ancora, la stele di Jeselsohn, alta circa un metro, scoperta in Giordania vicino al Mar Morto, con 87 righe del testo ebraico del I secolo a.C. Un percorso affascinante supportato da suggestive ambientazioni, come le Grotte di Qumran, dove furono ritrovati i Rotoli del Mar Morto, o la riproduzione della tipografia di Gutemberg. Mons. Melchor Sánchez de Toca, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Cultura:
“La Bibbia, come l’Esortazione Verbum Domini l’ha definita, è il grande Codice della cultura occidentale, il grande Libro che ha modellato la nostra cultura: non solo le espressioni artistiche, ma anche le grandi categorie del pensiero, il concetto di persona, dei rapporti tra le persone, la vita in comunità, la gastronomia popolare, il folklore…”.
La Bibbia, un testo forse ancora poco conosciuto? Ancora mons. Sanchez:
“E’ una storia lunga e complessa. Nel mondo cattolico molto si imputa al fatto che le traduzioni nelle lingue volgari sono relativamente recenti. Però, non si può dimenticare il passo da gigante compiuto in tutta la Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, che ha riportato ai fedeli grandi parti della Bibbia nella Messa domenicale e feriale. Oggi, praticamente, nel giro di tre anni si legge tutta la Scrittura”.
Ma quale valore riveste la mostra? Scott Carroll, esperto di manoscritti antichi e medievali, direttore dell’originale raccolta, iniziata solo nel 2009, che comprende 50 mila pezzi:
"The Bible is by far and away the most important Book …
Intanto, la Bibbia è sicuramente il Libro più importante che sia mai stato scritto. In secondo luogo, questa mostra riunisce esemplari meravigliosi da collezioni private di ebrei, greco-ortodossi, cattolici e protestanti, che illustrano come le diverse confessioni abbiano collaborato per preservare la Bibbia. Questa mostra è la dimostrazione del lavoro di collaborazione interreligiosa delle genti del Libro, edallo stesso tempo illustra anche che la Bibbia non si è conservata solamente grazie a istituzioni meravigliose o alle Chiese, ma anche grazie a collezionisti privati di tutto il mondo. Tutti gli esemplari sono di notevole effetto".
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