giovedì 29 marzo 2012

Il Papa lascia l'Avana fra due ali di folla. Benedetto XVI: l'embargo pesa negativamente sulla popolazione. Nessuno a Cuba abbia paura del Vangelo. Porto nel mio cuore tutti i Cubani (Izzo)

PAPA: LASCIA L'AVANA TRA DUE ALI DI FOLLA

Salvatore Izzo

(AGI) - L'Avana, 28 mar.

Benedetto XVI ha lasciato la nunziatura apostolica dell'Avana alla volta dell'aeroporto, percorrendo in Papamobile tra due ali di folla i 18 chilometri che separano questi luoghi".
Altre decine di migliaia di persone che si sommano agli oltre 500 mila fedeli che, secondo quanto riferito da padre Lombardi, hanno partecipato alle liturgie di questi giorni.

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PAPA: EMBARGO PESA NEGATIVAMENTE SU POPOLAZIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - L'Avana, 28 mar.

"Misure economiche restrittive imposte dal di fuori del Paese pesano negativamente sulla popolazione".
Lo ha detto il Papa, nel discorso di addio pronunciato all'aeroporto dell'Avana, rinnovando cosi' al termine del suo viaggio la condanna vaticana dell'embargo Usa a Cuba. Parole, pero', che fanno seguito all'auspicio dell'avvento di una reale democrazia, nella quale, ha scandito, "nessuno si senta impedito a prendere parte a questo appassionante compito, per limitazione delle proprie liberta' fondamentali, ne' si senta esonerato da esso, per negligenza o carenza di mezzi materiali".

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PAPA: NESSUNO A CUBA ABBIA PAURA DEL VANGELO

Salvatore Izzo

(AGI) - L'Avana, 28 mar.

Non si deve avere paura del Vangelo e della verita' sull'uomo che esso annuncia. Benedetto XVI ha voluto tranquillizzare i cubani che non credono: "il cammino che Cristo propone all'umanita', e ad ogni persona e popolo in particolare - ha detto nel discorso di congedo all'aeroporto - non
la coarta in nulla, anzi e' il fattore primo e principale per il suo autentico sviluppo".
"La luce del Signore, che ha brillato con fulgore in questi giorni, non si spenga - ha poi auspicato il Papa - in chi l'ha accolta ed aiuti tutti a rafforzare la concordia e a far fruttificare il meglio dell'anima cubana, i suoi valori piu' nobili, sui quali e' possibile fondare un societa' di ampi orizzonti, rinnovata e riconciliata".

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PAPA: COME WOJTYLA PORTO TUTTI I CUBANI NEL MIO CUORE

Salvatore Izzo

(AGI) - L'Avana, 28 mar.

"Porto nell'intimo del mio cuore tutti e ciascuno dei cubani, che mi hanno circondato con la loro preghiera e il loro affetto, offrendomi una cordiale ospitalita' e facendomi partecipe delle loro piu' profonde e giuste aspirazioni". Con queste parole Benedetto XVI si e' congedato questa sera all'aeroporto dell'Avana, dove lo attendeva l'aereo dell'Alitalia per riportarlo a Roma.
"Sono venuto qui - ha ricordato il Papa - come testimone di Gesu' Cristo, nella ferma convinzione che, dove Egli arriva, lo scoraggiamento lascia il posto alla speranza, la bonta' allontana le incertezze, ed una forza vigorosa apre l'orizzonte a inusitate e benefiche prospettive".
L'auspicio del Papa e' che dalla sua visita venga ora un "nuovo impulso a quanti cooperano, con costanza ed abnegazione, nell’opera di evangelizzazione, specialmente ai fedeli laici, affinche', intensificando la loro dedizione a Dio negli ambienti di vita e nel lavoro, non si stanchino di offrire con responsabilita' il loro apporto al bene e al progresso integrale della patria".
Commovente e' stato poi il ricordo di Papa Wojtyla che a Cuba compi' una storica visita pastorale 14 anni fa. "Rendo grazie a Dio - ha confidato Papa Ratzinger - che mi ha permesso di visitare questa bella Isola, che ha lasciato un segno cosi' profondo nel cuore del mio amato predecessore, il beato Giovanni Paolo II, quando venne in queste terre come messaggero della verita' e della speranza. Anch’io ho desiderato ardentemente di venire tra voi come pellegrino della carita', per ringraziare la Vergine Maria per la presenza della sua venerata immagine del Santuario del Cobre, dal quale, da quattro secoli, accompagna il cammino della Chiesa in questa Nazione ed infonde coraggio a tutti i cubani, affinche', dalla mano di Cristo, scoprano il vero senso delle ansie e dei desideri che annidano nel cuore umano, e abbiano la forza necessaria per costruire una societa' solidale, nella quale nessuno si senta escluso".
"Ringrazio - ha poi concluso - il presidente e le altre Autorita' del Paese per l'interesse e la generosa collaborazione prestata per il positivo svolgimento di questo Viaggio. La mia viva gratitudine va anche ai Membri della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Cuba che non hanno lesinato sforzi e sacrifici per questo stesso fine, come pure a quanti hanno offerto il loro contribuito, in vario modo, in particolare con la preghiera".
"Il colloquio tra il Papa e Fidel Castro – ha commentato successivamente il portavoce ai microfoni della Radio Vaticana - e' stato molto intenso e animato.
L’ex leader cubano era molto interessato a conoscere il pensiero di Benedetto XVI sui grandi temi dell'attualita'". "Un Fidel Castro, dunque, riflessivo", concentrato sui grandi temi dell'esistenza "non avendo egli piu' responsabilita' di tipo politico".
E che "quindi desiderava molto incontrare il Santo Padre per porgli diverse domande, tra queste alcune riguardavano la Chiesa e il servizio del Santo Padre, altre piu' in generale la situazione dell'umanita' oggi: le sue sfide, le difficolta' che la scienza ha di dare le risposte che l'umanita' attende, i problemi del dialogo interreligioso". Interessato dunque a individuare "le vie attraverso cui l'uomo puo' trovare soluzioni alle sue grandi domande".
"Il Santo Padre - ha sottolineato ancora padre Lombardi - ha risposto, naturalmente nella sua prospettiva, per quanto riguarda il contributo che una visione religiosa dell'uomo e del mondo puo' dare per trovare luce, orientamenti, fondamenti, per la ricerca delle vie, delle soluzioni, del mondo di oggi".
In merito, padre Lombardi ha anche ricordato che per Fidel Castro "sono due personalita' molto grandi che egli ha conosciuto e incontrato personalmente e di cui ha grande stima e ammirazione".

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