I figli non sono un "prodotto"
Il Papa: "Il matrimonio unico luogo degno per la chiamata alla vita". Ricorda la dignità della procreazione e critica la logica del profitto.
Andrea Acali
Un richiamo forte alla dignità della procreazione, che non vede i figli come un mero «prodotto» ma come un dono; una critica severa alla logica del profitto che limita e inquina la ricerca; un sostegno e un incoraggiamento alla scienza per alleviare la sofferenza causata dall'infertilità tenendo sempre presente, però, l'aspetto morale. Benedetto XVI è tornato ad esporre con estrema chiarezza la posizione della Chiesa in materia di procreazione ricevendo in udienza nella Sala Clementina i partecipanti alla 18ª assemblea generale della Pontificia accademia per la vita che quest'anno si è occupata di «Diagnosi e terapia dell'infertilità».
Il Papa ha invitato a cercare un «fecondo dialogo tra dimensione etica e ricerca biomedica» sottolineando che questo tipo di approccio è quello «scientificamente più corretto alla questione dell'infertilità, ma anche quello maggiormente rispettoso dell'umanità integrale dei soggetti coinvolti» perché «l'unione dell'uomo e della donna in quella comunità di amore e di vita che è il matrimonio, costituisce l'unico "luogo" degno per la chiamata all'esistenza di un nuovo essere umano, che è sempre un dono».
Il Pontefice ha poi messo in guardia dalla logica del profitto in questo campo perché un figlio non è mai un «prodotto» da pretendere a qualsiasi costo: la dignità, umana prima che cristiana, della procreazione consiste nel «suo legame con l'atto coniugale, espressione dell'amore dei coniugi, della loro unione non solo biologica, ma anche spirituale. Le legittime aspirazioni genitoriali della coppia che si trova in una condizione d'infertilità devono pertanto trovare, con l'aiuto della scienza, una risposta che rispetti pienamente la loro dignità di persone e di sposi». Bendetto XVI è ben consapevole delle difficoltà che si trova ad affrontare chi, di fronte a facili scorciatoie, propone un modo diverso di affrontare una questione che causa indubbiamente dolore all'interno della coppia: «L'umiltà e la precisione con cui approfondite queste problematiche, ritenute da alcuni vostri colleghi desuete dinanzi al fascino della tecnologia della fecondazione artificiale, merita incoraggiamento e sostegno - ha aggiunto - Lo scientismo e la logica del profitto sembrano oggi dominare il campo dell'infertilità e della procreazione umana, giungendo a limitare anche molte altre aree di ricerca». A questo aveva fatto riferimento mons. Ignacio Carrasco de Paula, presidente della Pontificia accademia per la vita, presentando il convegno che si è tenuto a Roma: «In buona parte - aveva detto il presule - la causa dell'infertilità che colpisce tra il 15 e il 35% delle coppie, è una patologia che si può affrontare, si può studiare. Certo non sempre, ma la percentuale di possibilità di guarigione è molto più elevata di quello che si pensa». Uno degli obiettivi del workshop, infatti, era «informare sui più recenti sviluppi nella prevenzione e nel trattamento di questa patologia e sulla idoneità, sia in termini di efficacia che di costi, degli interventi genuinamente terapeutici rispetto alle procedure della cosiddetta fecondazione o riproduzione artificiale - ha detto mons. Carrasco - La fede è di qualche aiuto ma non è sufficiente». Il Papa ha incoraggiato gli scienziati intervenuti ricordando che «talora lavorate in un contesto medico-scientifico dove la dimensione della verità risulta offuscata: non cedete mai alla tentazione di trattare il bene delle persone riducendolo ad un mero problema tecnico. L'indifferenza della coscienza nei confronti del vero e del bene è una pericolosa minaccia per un autentico progresso scientifico». Perché anche la scienza deve avere un limite: non tutto ciò che è possibile è anche lecito e giusto. Perciò, ha concluso il Papa, «la scienza non sempre è in grado di rispondere ai desideri di tante coppie. Vorrei allora ricordare agli sposi che vivono la condizione dell'infertilità, che non per questo la loro vocazione matrimoniale viene frustrata».
© Copyright Il Tempo, 26 febbraio 2012 consultabile online anche qui.
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