domenica 29 gennaio 2012

PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL'ANGELUS

Il Papa: "Spesso per l’uomo l’autorità significa possesso, potere, dominio, successo. Per Dio, invece, l’autorità significa servizio, umiltà, amore; significa entrare nella logica di Gesù che si china a lavare i piedi dei discepoli, che cerca il vero bene dell’uomo, che guarisce le ferite, che è capace di un amore così grande da dare la vita, perché è l’Amore"

9 commenti:

  1. Umiltà, carità, servizio: sono parole inusuali nel nostro tempo. Swe vivessimo secondo questa logica tutto andrebbe meglio.

    PS: Molto simpatico il "siparietto" delle colombe

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  2. Scommetto che se mi presentassi oggi col testo/video dell'Angelus all'Ambasciata a Washington, la risposta sarebbe "Ma sì, ma sì, che volete: il Papa fa il suo mestiere! Piuttosto: più che l'umiltà è utile prima di tutto indire gare d'appalto trasparenti! Carità e servizio verranno di conseguenza..."

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  3. Caro Anonimo delle 13:24 umiltà e trasparenza non sono contrapposte, nè l'una viene prima dell'altra.
    Poi credo che l'ambasciata americana, e più in generale gli Stati Uniti, non possano dare lezione a chicchessia riguardo a umiltà e trasparenza!
    Infine, chi ti ha detto che in Vaticano gli appalti non sono trasparenti? Forse l'arrivista e diffamatore Viganò?

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  4. come sarebbe a dire fa il suo mestiere?Il papa ha letto un messaggio nemmeno tanto criptico a chi deve intendere,era un Angelus detto a nuora perchè suocera intenda,dedicato apertamente a tutti quelli che gli creano un mare di problemi,invece di pensare a svolgere la loro missione,altro che mestiere,è un monito,a Milano si dice o fialeu,fà el tu mestiee.

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  5. E quindi: "Quaerite primum regnum Dei", ai consulenti McKinsey pensiamoci sempre in un secondo momento..

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  6. No, rosadedeserto, non dico che l'umiltà-carità-servizio personali e la trasparenza e irreprensibilità 'tecnica'nello svolgimento del proprio ufficio sino in contrasto, dico solo che... "Quaerite primum regnum Dei".

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  7. Esatto, Anonimo delle 15:13 : io vorrei proprio una Chiesa in cui i Nunzi, ad esempio, o gli amministratori di Curia, facciano a dovere il proprio mestiere, ovvero in cui "fa el to mesté" non glielo deve dire il Papa dopo ogni conclamato..pasticcio. E in cui, ripeto, non ci siano "caste" (ben poco caste, invero) che considerano il Papa e il suo "carisma petrino" come qualunque altro "mesté" -di pari, o persino 'inferiore', dignità rispetto al 'cruciale' loro 'mestiere'- , come un qualcosa di scontato, che puoi ascoltare e seguire opzionalmente.. Come se se l'amministrare e la buro-crazia fossero sempre e comunque la prima cosa a cui pensare, per "far funzionare" la Chiesa..

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  8. Sono l'anonimo dell 13:24 , e vi dico brevemente quel che penso : sia che Viganò abbia (avuto) pienamente ragione, sia che non l'abbia (avuta) affatto - e tutti i casi intermedi compresi: dalla lieve malafede all'eccesso di zelo in buona fede-) , il Papa -mi riferisco all'Angelus odierno- ha comunque ragione. (E il Viganò, come chiunque d'altronde, dovrebbe meditare le giustissime parole del Santo Padre.)

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