Perseguitati perché cristiani: la riflessione di Massimo Introvigne
“Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani”: la celebre affermazione di Tertulliano risuona ancora più forte, oggi, nel giorno in cui la Chiesa ricorda la figura di Santo Stefano primo martire. Il martirio, del resto, è una dimensione che appartiene alla natura stessa della testimonianza cristiana. Sulle persecuzioni dei cristiani nel nostro tempo, Alessandro Gisotti ha intervistato Massimo Introvigne, rappresentante Osce per le discriminazioni verso i cristiani:
R. – E’ curioso che molti, quando si parla di martirio, pensino a qualche cosa che appartiene ai tempi dell’Impero Romano. E' certamente così, però sarebbe anche bene che non soltanto i cristiani - direttamente coinvolti - ma tutti sapessero che, da un punto di vista storico, l’epoca dei martiri è la nostra. Secondo uno studio statistico del maggiore specialista di statistica religiosa moderna, David Barrett, i martiri cristiani dalla morte di Gesù Cristo, ai giorni nostri, sono stati 70 milioni, ma di questi, 45 milioni - più della metà - sono concentrati nel XX secolo e negli inizi del XXI. Questa è anche una grande lezione del Beato Giovanni Paolo II: riflettere sempre sul fatto che il secolo dei martiri è stato il XX secolo e questo secolo di martirio, che certamente ha avuto delle punte negli orrori del comunismo e del nazionalsocialismo, tuttavia continua anche nel XXI secolo.
D. – Dal suo punto privilegiato di osservazione, quali sono le situazioni oggi nel mondo che destano maggiore allarme?
R. – Certamente, la prima che viene in mente è quella dell’ultrafondamentalismo islamico. Il Santo Padre ha avuto occasione di ricordare la legge sulla blasfemia in Pakistan. Naturalmente, oltre alla violenza pubblica che queste leggi mettono in atto ci sono anche tante violenze private, attentati che si susseguono in numerosi Paesi a maggioranza islamica. Poi c’è una seconda area, che è quella dei Paesi ancora influenzati dall’ideologia comunista, che non è sparita nel 1989 o nel 1991; anche la Cina è un Paese dove non possiamo dire che vi sia pienamente una libertà religiosa. Poi c’è una terza area ancora, quella dei nazionalismi a sfondo religioso, in altre aree dell’Africa e dell’Asia, dove i cristiani sono considerati un corpo estraneo, quasi traditori della cultura locale, anche se spesso la loro presenza è molto antica. Poi dovremmo aprire il capitolo di quello che succede da noi, in Occidente, in Europa, dove - come ancora ci ha ricordato più volte il Santo Padre - certamente, non avviene nulla di paragonabile alla violenza che si verifica in certe aree dell’Africa e dell’Asia. Tuttavia, c’è questo sottile, e qualche volta neppure tanto sottile, tentativo di discriminare, di marginalizzare, di mettere ai margini il cristianesimo, di negare l’identità cristiana e le radici cristiane, di aggredire in molti modi la Chiesa e il Santo Padre. (bf)
© Copyright Radio Vaticana
Cari amici, una volta per tutte mandiamo alle ortiche l'ipocrisia diciamo le cose come stanno.
RispondiEliminaLa Chiesa Cattolica, i cui fedeli da sempre sono stati perseguitati e massacrati dagli islamici, negli ultimi tre secoli (escludiamo, per politicamente corretto, dati i tempi autolesionistici, Lepanto 1570 e Vienna 1680) non ha mai avuto il coraggio "maschio" di dire le cose come stanno: "che cioè la violenza degli islamici contro i cattolici è vera violenza di una pseudocultura (l'islamica) che intende sopprimere tutti i cattolici, per arrivare all'avvento del Mahdi, cioè del Sultano Globale che dopo aver sterminato tutti gli infedeli (e i cattolici in particolare) governerà il mondo inteeramente sottomesso all'Islam. Questo passaggio dell'Islam non viene evocato per opportunismo di maniera; così come la Chiesa non ha il coraggio di dire che che violenze e i massacri sono il frutto dell'intolleranza della cultura egemone islamica. La Chiesa, dopo le stragi di cattolici, si limita a condannare e deprecare la violenza contro i cristiani, ma non ha mai avuto il coraggio di affermare esplicitamente e pubblicamente che si tratta di violenza dell'islam contro il cristianesimo. Qui sta il nocciolo della questione. Non definire i fatti come sono genera equivoci continui e rafforza negli islamici il convincimento che i cattolici siano degli smidollati che possono essere massacrati impunemente, per il trionfo dell'Islam. L'Islam è consapevole di "non essere all'altezza culturale e valoriale del cattolicesimo", per cui lo combatte, mentre la Chiesa si limita a "deplorare vigorosamente", senza dir chiaro e tondo che la violenza è islamica, violenza dell'Islam contro la Chiesa Cattolica.
Cari amici,
RispondiEliminacompleto il discorso del mio blog precedente (sulla sistematica rinucia della Chiesa a condannare l'Islam per le violenze ai cattolici), per evidenziare un argomentazione "psicotica" che impedisce alla Chiesa di criticare direttamente e frontaalmente il terrorismo e la violenzsa islamico.
La Chiesa, più che temere una guerra delle religioni (o scontro di civiltà come ipocritamente si dice oggi), teme che vengano perseguitati e massacrati i missionari ed i cristiani nelle terre difficili dell'Islam.
Ma questa linea delle gerarchie cattoliche, di "passaggio per la tangente" (cioè di bypassare la questione) può salvare qualche vita nel brevissimo periodo, ma complica la condizione dei cristiani più a lungo nel tempo, in un'epoca nella quale in tutto il nord Africa e in buona parte dell'Oriente Centro-Occidentale stanno emergendo i fondamentalismi ed i radicalismi islamici, con le lapidazioni, il burka, le infibulazioni, i kamikaze, le vessazioni alle donne, l'introduzione della sharia.
E' una strategia "politica" sbagliata. Rimanda solo i problemi, accumulando i martiri cristiani e favorendo, nel frattempo, il consolidamento in Europa ed altrove del separatismo culturale islamico, figlio di una cultura che rifiuta l'occidente e il cristianesimo.
Con questa linea di condotta il numero dei cristiani massacrati, vessati, violentati, discriminati, impediti, tenderà a crescere in maniera esponenziale, e così l'Islam l'avrà vinta. I martiri cattolici e cristiani del xx secolo e dell'inizio dell'attuale secolo sono stati tanti, ma se la Chiesa continua a gestire "con le pinze" la questione, senza far sentire la sua voce contro le persecuzioni degli islamici che ipocritamente, ogni volta che ci scappano i morti cristiani, definisce i loro assassini, come disturbati mentali, violenti, barbari, ecc. (ma non islamici) non andremo da nessuna parte; non ci avvicineremo alla soluzione del problema. A partire dalle presunte apparizioni mariane di Garabandal, in Spagna, negli anni 70, fino a Medjugorje, sempre vengono annunciati dai presunti veggenti "prossimi interventi divini", per ristabilire a breve, contro i nemici della fede,la supremazia della fede cristiana.
Mi auguro che ciò avvenga, perché al presente io vedo solo un "islam che cresce con la prepotenza e la violenza" e un cristianesimo che decresce nella paura, aspirando alle catacombe ed alle persecuzioni di Diocleziano. Domanda, per i lettori. E' così che i credenti, con il rammollimento del cuore, concorrono alla realizzazione del Regno di Dio, secondo lo spirito del Vangelo? Ho molti dubbi in proposito.
caro anonimo,se nessun,dico nessun paese occidentale osa alcunchè nei confronti dell'islam,una ragione ci deve pur essere;non vedo perchè la chiesa,che non ha più potere temporale e non ha eserciti più o meno amici o fedeli,debba combattere una guerra,perchè di questo si tratta, contro dei terroristi ben armati ed addestrati dall'occidente:Non è più l'epoca di Lepanto,il re è nudo,la chiesa lo è sempre stata,l'ecce homo insegna....
RispondiEliminaCaro anonimo,
RispondiEliminaHai letto male, ho hai compreso male, il che è anche peggio.
Nessuno vuole dichiarare guerra fisica all'islam. E' sufficciente che ogni volta che succedono ammazzamenti o fatti di violenza rivendicati espressamente da islamici, la Chiesa dica che sono crimini islamici. Il "discrimine" sta qui. Ma se tu preferisci "farti martirizzare" in attesa che nell'anno del Signore 10.000 del Signore, dopo 10 millenni di storia, gli islamici si siano acquietati, mentre i cattolici, con il loro bonismo autlesionista, hanno continuato involontariamente a foraggiarli, ti sbagli di grosso. Mettiti bene in testa che anche per il prossimo Natale, come già è successo negli ultimi Natali, ci saranno altre stragi di innocenti cristiani. Dunque bisogna usare anche il cervello, non solo i sentimenti, per impedire che ciò avvenga.
Molti cattolici hanno subito il martirio in passato, non pochi sarebbero disponibili a subirlo anche oggi per la loro fede, ma nessuno di questi ultimi è così sciocco di andarselo a cercare o di accettarlo, perché la Chiesa non fa pienamente quanto dovrebbe fare.
mi pare che Benedetto XVI ci abbia provato ad aprire una discussione in merito col discorso di Ratisbona, ma è stato linciato da fuori e ancora di più da dentro la chiesa. Per non parlare della reazione del Mullah egiziano lo scorso anno (subito coccolato ampiamente perchè non se ne avesse a male sia da dentro che da fuori la chiesa) al solo tentativo di condanna da parte del Papa della strage dei copti...Mi chiedo cosa gli è preso all'occidente intero. Laicità, laicità, coi forconi spianati contro la chiesa, e poi silenzio quando le entusiasmanti primavere partoriscono sharie. E non ce n'è uno, e dico uno, tra le tante persone per bene che conosco di culto islamico, che non dica però apertamente che è giusto, e che potendo organizzarsi anche qui voterebbero il partito della sharia, perchè per loro la giusta politica dei giusti principi è quella. Ma nessun serio analista politico si cimenta su questo, e se qualcuno lo fa, vien etichettato come fomentatore delle diversità e nemico dell'integrazione
RispondiEliminacarissiomo,ho letto e capito benissimo,forse ti sei dimenticato del discorso di Ratisbona e del polverone mediatico annesso e connesso,da cui il papa è uscito massacrato,ed era una lectio universitaria:hai mai sfiorato il pensiero che Ratzinger non voglia o non possa essere martirizzato semplicemente perchè è un bersaglio molto facile da colpire e un Agca si trova sempre facilmente,e poi da solo,cosa può effettivamente fare,quando la chiesa gli rema contro,con tutti i buonisti dell'ultim'ora?
RispondiEliminaConcordo con Passante e l'ultimo Anonimo.
RispondiEliminaBenedetto XVI ha provato a intavolare un dialogo aperto e sincero. Con molti c'e' anche riuscito, ma il problema resta: viene sempre lasciato solo soprattutto all'interno della Chiesa.
Si facciano un esame di coscienza i vari monsignori anonimi.
Probabilmente, se e quando lo faranno, sara' troppo tardi.
R.