giovedì 29 dicembre 2011

Padre Samir, la 'primavera araba' non è fallita

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1 commento:

  1. Padre Samir è un vero eroe della fede, che opera in un contesto molto, molto difficile. Onore al merito!
    Sulla questione dell'efficacia modernizzatrice e democratica della primavera islamica, io ho parecchi dubbi. Nei paesi islamici, come dice Magdi Allam, esistono solo due centri di potere: le caserme (talvolta islamicamente indottrinate) e le moschee. Non è mai esistita una classe media, di tipo borghese, di buona apertura mentale alla cultura dell'occidente e della democrazia.
    In siffatte condizioni è piuttosto arduo ritenere che le primavere islamiche portano - non in millenni - ma in qualche mese od anno, un qualche risultato sul sentiero della "maturità" e della "consapevolezza" delle masse islamiche, un percorso umano che riesce, almeno in buona misura, a distinguere il fanatismo, integralismo, fondamentalismo religioso dalle pratiche ordinarie e democratiche della vita civile.
    Uno dei paesi, un tempo considerati "più aperti" all'occidente, per via della moderazione della monarchia regnante (che si serve dell'occidente, come male minore, per farsi i suoi affari), subito dopo le elezioni che hanno visto la vittoria netta dei partiti islamici, ha visto un immediato cambiamento alla TV di stato, nei cui telegiornali sono apparse, per la prima volta, donne velate (quelle che piacciono ai maschi islamici, per poterle schiavizzare e privarle di quasi ogni diritto).
    Dunque, la mia prima impressione, che mi auguro di tutto cuore, sia sbagliata, è che con la primavera islamica, siamo caduti dalla padella nella brace.

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