ASSASSINIO PADOVESE: VESCOVI TURCHIA, L'ITALIA CI HA ABBANDONATO
Salvatore Izzo
(AGI) - Istanbul, 30 nov.
Dopo che l'udienza di oggi e' durata solo 4 minuti di orologio, quelli necessari per rinviarla a data da destinarsi, probabilmente a gennaio, i vescovi della Turchia cominciano a temere che alla fine il processo per l'omicidio del loro presidente, monsignor Luigi Padovese decapitato il 3 giugno dell'anno scorso dal suo autista, si risolva in una farsa, con una lieve condanna per l'omicida e nessuna sanzione per i veri mandanti.
"Temo questa conclusione", confida al Servizio Informazione Religiosa l'attuale presidente della Conferenza Episcopale Turca, monsignor Ruggero Franceschini, per il quale "l'elemento di maggiore tristezza e' l'assenza - al processo - dello Stato italiano, che avrebbe potuto intervenire in quanto un suo cittadino e' stato ucciso". "Questo non e' stato fatto", lamenta il presule osservando che "purtroppo di cio' nessuno ha mai parlato e l'assenza dell'Italia e dei suoi rappresentanti e' davvero sorprendente".
I periti del Tribunale, ricorda inoltre il presule cappuccino, sono stati tutti concordi a definire l'omicida "sano di mente", mentre la difesa propende invece per la prima perizia, fatta ad Adana qualche giorno dopo l'omicidio, nella quale 4 medici su sette lo avevano dichiarato malato mentale.
"Nella seduta odierna – rivela il Sir - l'avvocato del Vicariato apostolico di Anatolia ha chiesto al giudice di poter riavere indietro gli oggetti personali di monsignor Padovese, computer, cd ed altro ancora, sequestrati dagli inquirenti per effettuare le indagini. In settimana dovremmo avere una risposta".
"L'opinione generale in Turchia – dichiara il presidente della Cet - e' in difesa di monsignor Padovese, come credo lo sia anche quella del Governo. Nonostante cio', potrebbe prendere il sopravvento chi potrebbe trarre vantaggio nel far condannare Altun come omicida per 'futili motivi', tanto per usare un'espressione elegante. Sono certo che il popolo si rifiuta di pensare a monsignor Padovese come a una persona che ha mancato banalmente quando, invece, se ha mancato, lo ha fatto per eccesso di generosita', sostenendo tutti, compreso il suo omicida, del quale ha aiutato anche la famiglia facendo curare altri tre figli con operazioni al cuore e al cervello".
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