Il Gesù di Papa Ratzinger
Alla luce della Fede, un nuovo approccio alla figura storica del Nazareno
Vincenzo Bonaventura
«La passione, la morte e la risurrezione non sono semplicemente l'epilogo della vita di Gesù. Piuttosto, esse danno senso a tutto il resto: dal Cristo Crocifisso e risorto prende luce tutto il racconto della sua vita».
Così mons. Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense, ha sintetizzato, nell'aula magna dell'Università di Messina, la necessità avvertita dal Papa – che firma il libro Joseph Ratzinger Benedetto XVI, a sottolineare la sua partecipazione sia di teologo sia di Pontefice – di dedicare per intero il suo "Gesù di Nazaret" a una sola settimana dell'esistenza di Cristo, a fronte del racconto, fatto nel precedente (del 2007) dallo stesso titolo, della vita pubblica dal battesimo nel fiume Giordano fino alla confessione di Pietro e alla trasfigurazione.
Il volume (Libreria Editrice Vaticana), infatti, porta come sottotitolo "Dall'ingresso di Gerusalemme fino alla Resurrezione".
Il libro del Pontefice è stato presentato nell'ambito del progetto "Gesù di Nazaret all'Università", coordinato dal prof. Angelo Sindoni per l'ateneo messinese e dal prof. Pierluca Azzaro per l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e che dopo aver toccato Urbino continuerà a Parma, Sassari e Torino.
Mons. Dal Covolo ha rilevato come i due volumi costituiscano parti di una sola opera, ma non ha confermato l'intenzione annunciata in privato da Benedetto XVI di scrivere – se le forze lo sorreggeranno – anche una terza parte, da considerare – con parola di moda – un "prequel", cioè la storia dell'infanzia di Gesù.
Nell'attesa, si può dire con certezza che il Papa è al lavoro con le sue fedeli matite che ne raccolgono la scrittura in attesa che i collaboratori la trasferiscano sul computer.
I due libri costituiscono l'applicazione di una diversa modalità per avvicinarsi alla figura del Redentore: «Ormai da tempo – ha detto Dal Covolo – si avvertiva la necessità di un metodo nuovo, di un approccio a Gesù di Nazaret che, superando i limiti della ricerca storico-critica, ricomponesse in maniera plausibile l'annosa e devastante divaricazione tra il "Gesù storico", cioè "Gesù di Nazaret", e il "Cristo della fede": quasi che, al limite, si trattasse di due persone distinte; o quasi che l'esperienza post-pasquale dei discepoli, e cioè la fede nel Risorto, a partire soprattutto dalla Pentecoste – avesse imposto un "filtro deformante" alla rilettura dell'esperienza storica di Gesù, rendendo inaffidabile, o almeno discutibile, la storicità dei fatti raccontati nei Vangeli.
Insomma, né lo storico né tantomeno il teologo, qual è Ratzinger, per la loro esegesi possono mai perdere di vista il dato della Fede. «Solo se era successo qualcosa di straordinario – sostiene il Papa scrittore – se la figura e le parole di Gesù avevano superato radicalmente tutte le speranze e le aspettative dell'epoca, si spiega la sua crocifissione e si spiega la sua efficacia».
E aggiunge: «Credere che proprio come uomo era Dio e che abbia fatto conoscere questo velatamente nelle parabole, e tuttavia in modo sempre più chiaro, va al di là delle possibilità del metodo storico», per poi concludere: «È chiaro che con questa visione della figura di Gesù io vado al di là di quello che dice una buona parte dell'esegesi contemporanea».
Ecco, dunque, l'importanza di questi libri, capaci di guardare alla Fede non per fare un salto indietro nell'irrazionale bensì per trovare nuove strade di comprensione più vicine all'uomo.
Come sarebbe possibile, infatti, che un Dio che si è fatto uomo non sia vicino alle necessità di chi non vuole fermarsi al primo, talvolta oscuro o ambiguo, significato della parola scritta? Non a caso, in questo secondo volume, Benedetto XVI riafferma l'innocenza del popolo ebraico, assolvendolo da quell'accusa di deicidio, partita da una parola – una sola – del Vangelo di Matteo. E scrive: «Matteo non esprime un fatto storico: come avrebbe potuto essere presente in tale momento (la scelta di condannare Cristo o Barabba, ndr) tutto il popolo e chiedere la morte di Gesù?».
Questo secondo volume si snoda in nove capitoli: Ingresso a Gerusalemme e purificazione del tempio, Il discorso escatologico di Gesù, La lavanda dei piedi, La preghiera sacerdotale di Gesù, L'ultima cena, I Getsemani, Il processo a Gesù, La crocifissione e la deposizione di Gesù nel sepolcro, La risurrezione di Gesù dalla morte.
Un percorso di grande interesse, tanto che – come ha spiegato don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana – si è trattato di un best seller (uscito nel marzo scorso, è stato poi per molti mesi primo in tutte le classifiche) non solo in Italia ma anche negli Usa, in Francia, Germania e molti altri Paesi, e adesso aspira a diventare un long seller in tutto il mondo.
Ed è bello immaginare questo Papa teologo così colto intento a prendere appunti, sempre rigorosamente con la matita, durante gli esercizi spirituali quaresimali che nel 2010 sono stati predicati all'intera Curia romana proprio da mons. Dal Covolo.
I lavori dell'incontro erano stati aperti dal rettore dell'Università di Messina, Franco Tomasello, il quale, dichiarandosi ammiratore di Ratzinger, da medico ha sottolineato che la conoscenza scientifica non può abbracciare tutta la verità: ci vuole umiltà.
A sua volta l'arcivescovo di Messina, mons. Calogero La Piana, ha messo in evidenza il modo in cui il Papa ha reso la figura di Gesù «limpida, accessibile e presente».
Ha concluso i lavori il prof. Sindoni ricordando che la storia non può essere una scienza classificatoria ma umanistica: «L'ermeneutica della Fede per lo storico è un'ipotesi di lavoro e occorre prendersi la responsabilità della sintesi. Lo storico deve provare a dare risposte».
© Copyright Gazzetta del sud, 29 novembre 2011
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