mercoledì 30 novembre 2011

I giovani dopo Madrid. Esortazione dei vescovi spagnoli (Osservatore Romano)

Esortazione dei vescovi spagnoli

I giovani dopo Madrid

Madrid, 29. La Giornata mondiale della gioventù (Gmg) lancia un messaggio chiaro, inequivocabile: la Chiesa è giovane, la trasmissione della fede ai giovani è un diritto-dovere ed è un evento evidente, straordinario; i giovani «costituiscono un potenziale di primo ordine per la nuova evangelizzazione, essi sono grandi evangelizzatori in questa nuova ora della Chiesa e del mondo».
In queste espressioni, contenute nel documento finale della recente assemblea plenaria della Conferenza episcopale spagnola, c'è il senso profondo della Gmg ma anche e soprattutto un invito ai giovani, chiamati a essere protagonisti, in Cristo, della storia. I presuli hanno adottato un'«azione di grazie e di incoraggiamento» dopo il grande evento celebrato in Spagna: «La nostra assemblea plenaria d'autunno -- scrivono -- è la prima riunione dopo la Giornata mondiale della gioventù che si è svolta a Madrid nell'agosto scorso. Intendiamo rendere grazie a Dio, perché ci ha permesso di celebrare questo grande evento di grazia, di fede e di speranza; abbiamo riflettuto sul suo significato per la pastorale giovanile del futuro e anche per il lavoro della nuova evangelizzazione».
Secondo i vescovi, l'assemblea plenaria è stata un'occasione privilegiata per rivolgersi ai giovani, incoraggiandoli a far fruttificare il mandato di fede e di azione apostolica scaturiti dalla Gmg.
I presuli, nel ringraziare quanti hanno reso possibile il grande evento di Madrid, ricordano le parole di Benedetto XVI, il quale rivolto ai giovani del mondo indicò la Giornata come «una vera e propria cascata di luce».
Anche il cardinale Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza episcopale spagnola, nella prolusione inaugurale della plenaria, ha fatto riferimento ai giovani, forza e speranza, ma anche parte vulnerabile nell'attuale contesto storico. Il porporato ha ricordato le parole del Papa, in occasione della Giornata mondiale della gioventù 2011, sull'importanza delle radici cristiane della Spagna e sulla capacità del Paese di progredire verso il bene comune senza rinunciare alla sua anima religiosa e cattolica.
Il cardinale ha inoltre invitato «a guardare alle cause profonde della crisi» che si radicano nella «perdita dei valori morali, che vanno di pari passo con il relativismo e l'oblio di Dio e della sua santa legge», le cui conseguenze sono la corruzione politica ed economica, l'avidità, il disprezzo della vita umana mediante politiche abortive e contro la natalità, la mancanza di protezione e la decadenza istituzionale del matrimonio e della famiglia, la strumentalizzazione e il deterioramento dell'istruzione». Secondo Rouco Varela, «sono proprio i giovani i più colpiti da questo contesto di relativismo morale, di scetticismo spirituale e religioso e di una concezione egoistica e individualistica dell'uomo e della vita». I giovani devono essere, invece, «protagonisti del proprio presente e futuro». Perciò, è necessario che si offrano mezzi adeguati, partendo da una «educazione integrale», in modo da consentirgli «di sviluppare tutto il loro potenziale umano». Ora è il momento, ha esortato il presidente dei vescovi spagnoli, di raccogliere i frutti della Giornata mondiale della gioventù: «Dobbiamo cogliere lo zelo apostolico che da essa deriva per perseguire con determinazione e fiducia la sfida della nuova evangelizzazione in tutti i campi, ma soprattutto nella pastorale giovanile».

(©L'Osservatore Romano 30 novembre 2011)

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