domenica 2 settembre 2012

Il Papa e Martini: così diversi, così uguali (Rodari)

Il Papa e Martini: così diversi, così uguali

Paolo Rodari

Dice padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, al Giornale che «la suggestione del direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli di avere Papa Benedetto XVI domani ai funerali di Carlo Maria Martini nel Duomo di Milano è significativa ma appare improbabile visti gli impegni del Papa, non ultimo l'imminente viaggio in Libano».
E, infatti, dalla diocesi ambrosiana confermano che i funerali saranno presieduti dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano. Ma, dice ancora Lombardi, «la suggestione resta vista la grandezza di Martini, una figura che il Papa apprezza e stima molto». È più che altro dal punto di vista mediatico che le due grandi figure eccelsiali, Martini e Ratzinger, si trovano agli opposti: più progressista il primo, più conservatore il secondo. In realtà Martini detestava questa visione, coloro che lo descrivevano come il grande oppositore del pontificato ratzingeriano, una sorta di antipapa del XXI secolo. E si sa anche quanto Ratzinger sfugga a questo stereotipo. Martini ha sempre detto di non riconoscersi affatto nel ritratto che fa di lui il mondo giornalistico. Eppure la sua figura ancora divide. Ieri è stato il mondo di internet a scatenarsi: diversi utenti e siti web hanno criticato l'Osservatore Romano di aver omesso la notizia della scomparsa del cardinale, salvo dimenticarsi che ieri l'Osservatore non poteva avere la notizia perché ha chiuso prima della morte di Martini. E, infatti, oggi, in prima pagina la notizia c'è.La differenza principale tra Martini e Ratzinger risiede nella realtà ecclesiale che li ha formati, una realtà dalla quale entrambi hanno cercato di prendere le distanze approdando sostanzialmente su lidi opposti. Martini ha fatto molto per superare la Chiesa ambrosiana, quella che secondo l'ambrosiano arcivescovo di Bologna Giacomo Biffi dopo l'arrivo di Martini non è più esistita: «Con lui la Chiesa ambrosiana è arrivata alla sua conclusione - ha scritto -, dopo quasi novant´anni, l'epoca che nella Chiesa ambrosiana era iniziata nel 1891 con la venuta del beato cardinale Andrea Carlo Ferrari. Un'epoca tra le più luminose e feconde per il calore e la certezza della fede, per la concretezza della iniziative e delle opere, per la capacità di rispondere alle interpellanze dei tempi non con cedimenti e mimetismi ma attingendo al patrimonio inalienabile della verità... Sempre con l'ispirazione e lo slancio attinti alla grande tradizione di san Carlo Borromeo e al ricchissimo, sereno e rasserenante magistero di sant'Ambrogio». Martini è cresciuto in questa Chiesa, ma se ne è in qualche misura anche voluto distanziare arrivando, lui proporato della Parola di Dio, a spingersi su aperture che molto hanno fatto discutere fedeli e gerarchie. Amava la dottrina cattolica ma nello stesso tempo voleva andare oltre il conservatorismo della Chiesa, dimostrare con la parola che la Chiesa sa accogliere le sfide dei tempi - i temi della vita, l'aborto, l'eutanasia, le coppie di fatto, l'omosessualità, ecc. - e insieme è capace di sorprendere.Jospeh Ratzinger è, invece, figlio della Chiesa tedesca, notoriamente la realtà ecclesiale più anti romana d'Europa. Nella Chiesa che ancora oggi chiede, ad alta voce, l'abolizione del celibato sacerdotale, l'ordinazione sacerdotale femminile, in generale un insieme di riforme che probabilmente soltanto un Concilio Vaticano Terzo può dare, Ratzinger ha giocato da oppositore, romano tra vescovi anti romani, ancorato alla dottrina tra porporati molto vicini alle posizioni del mondo protestante. In questo senso egli è un tedesco ecclesialmente atipico. Certo, viene dalla Baviera, terra da sempre più «romana» che «tedesca», ma ha dovuto comunque smarcarsi dai suoi conterranei per divenire ciò che è oggi.Eppure spesso gli opposti si toccano. Se è vero che Martini è andato più «a sinistra» dopo essere nato e cresciuto in una Chiesa più conservatrice e Ratzinger è andato più «a destra» superando la forte influenza protestante che subisce la sua terra, è altrettanto vero che i due non sono mai stati poi troppo distanti. E l'incontro privato dello scorso giugno nell'arcivescovado di Milano è stato in questo senso un segno importante. A unirli c'è l'amore per la Chiesa, anzitutto. E poi il fatto che, colleghi universitari, amano entrambi la ricerca della verità, lo studio del testo biblico come possibilità di maggiore conoscenza del divino, financo la speculazione teologica. Amano ricercare, insomma, più che ritenere di sapere. Qui sta la loro forza e anche ciò che più d'ogni altra cosa li unisce.

© Copyright Il Giornale, 2 settembre 2012 consultabile online anche qui.

Certo che pure Lombardi...
Molto bello l'articolo di Rodari. Lo usero' come spunto per una riflessione.
R.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

A me sembra che ci sia molta gente che si sente più o meno cattolica a seconda del Papa regnante.
Roberto.

Fabiola ha detto...

Rodari mi delude ogni giorno di più: tra l'altro, dall'articolo sembrerebbe di capire che il cardinal Martini sia cresciuto nella Chiesa ambrosiana (conservatrice! sic!) il che non è. Martini è torinese, gesuita, non ebbe nulla a che fare con la Chiesa di Milano prima di giungervi come Arcivescovo.Quindi la sua interpretazione è assolutamente inattendibile. Certo che tentò di trasformare la Chiesa di Milano e ci riuscì anche troppo bene ma non come reazione ad una presunta "formazione" troppo conservatrice. Non capisco questo ostinato tentativo di dire che tra Ratzinger e Martini in fondo non c'é alcuna differenza. Soprattutto non capisco perchè si debba, continuamente, istituire questo paragone

Ambrosiao e cattolico ha detto...

Mi auguro proprio che il Santo Padre non vada ai funerali, perchè sarebbe come una legittimazione di tante "sparate" del cardinale Martini in cui, e lo dico con tutta sincerità d'animo, se si può dire quello che veramente si pensa, non ho mai visto o sentito amore per la Chiesa, ma molto personalismo e voglia di visibilità.

Anonimo ha detto...

Che sappia io i Papi non vanno a nessun funerale

Anonimo ha detto...

Allora chissà cosa pensa ambrosiano di tutti gli attestati di stima del Papa nei confronti di Martini.
Roberto.

Anonimo ha detto...

Quello che unisce Ratzinger e Martini e' che ambedue sono studiosi seri e intelligenti della Sacra Scrittura. Quello che li divide e' che Ratzinger nella Bibbia ci crede, Martini invece no. Tutto qui, e scusate se e' poco.

Ambrosiano e cattolico ha detto...

Rispondo ad Anonimo del 2 sett h.13.04
Sinceramente, senza voler mancar di rispetto a nessuno, tantomeno al Santo Padre, non seguo i cordogli funebri, nè i telegrammi, nè i saluti egli che fa: non reputo che il papa parli con infallibilità ogni volta che apre bocca, quando dà giudizi su una cena, su un suo amico, su un grande personaggio storico.
Non ho gettato il mio libero giudizio, che Dio mi ha dato e al quale tengo molto: posso certo sbagliare, ma preferisco sbagliare da me nel giudicare persone e cose.
Io seguo da fedele pecorella il Magistero del Papa e le sue encicliche; per il resto faccio da me.

Anonimo ha detto...

Tantissimi auguri a Rodari che dice le cose con chiarezza. La midia che chiama Martini "anti-Papa" è la stessa che da sempre ha chiamato Ratzinger "Panzer-Kardinal". Il telegramma di cordoglio inviato dal Papa, il suo incontro con il Cardinale Martini a giugno, e le sue parole del 2 aprile 2006 (che trascrivo sotto), mi fanno pensare che se sono contro Martini, sono contro il Papa. Auguro che ci sia più unità tra di noi.
Guglielmo

"La Sacra Scrittura introduce alla comunione con la famiglia di Dio. Quindi non si può leggere da soli la Sacra Scrittura. Certo, è sempre importante leggere la Bibbia in modo molto personale, in un colloquio personale con Dio, ma nello stesso tempo è importante leggerla in una compagnia di persone con cui si cammina. Lasciarsi aiutare dai grandi maestri della “Lectio divina”. Abbiamo, per esempio, tanti bei libri del Cardinale Martini, un vero maestro della “Lectio divina”, che aiuta ad entrare nel vivo della Sacra Scrittura. Lui che conosce bene tutte le circostanze storiche, tutti gli elementi caratteristici del passato, cerca però sempre di aprire anche la porta per far vedere che parole apparentemente del passato sono anche parole del presente. Questi maestri ci aiutano a capire meglio ed anche ad imparare il modo in cui leggere bene la Sacra Scrittura" (Benedetto XVI, Incontro con i giovani, 2/4/2006)

Raffaella ha detto...

Grazie per avere riportato uno dei tanti attestati di stima del Papa a Martini.
Ci sono testi in cui e' Martini ad elogiare il Papa?
R.

Anonimo ha detto...

Ho trovato una intervista per Avvenire del 14 febbraio 2007, sul blog di Accatoli. Poi cercherò altri. Un caro saluto.
Guglielmo


«Prego molto per lui, perché ha la mia stessa età e un carico tanto grave da portare. Per questo sento, riguardo alla sua persona, non solo riverenza e obbedienza, ma anche affetto, simpatia e comprensione. Gli auguro ciò che dice san Paolo in Ebrei 13,17: che possa godere di tanta obbedienza e collaborazione da parte di tutti così che possa portare questo peso “con gioia e non gemendo”. E chiedo anche che viva la consolazione di cui parla la terza Lettera di San Giovanni al versetto 1,4, quando dice: “Non ho gioia più grande di questa, sapere che i miei figli camminano nella verità”» : così il cardinale Carlo Maria Martini nell’intervista di ieri ad Avvenire, in occasione del compimento degli 80 anni.

gemma ha detto...

grazie guglielmo, ma l'intervista al corriere è un pò più recente e ormai più famosa