domenica 2 settembre 2012

Gli applausi a scena aperta per Martini nel commento di Antonio Socci

Clicca qui per leggere il commento segnalatoci da Fabiola e Luigi.
Si', Socci dice il vero quando afferma che Martini non ha mai e poi mai rifiutato l'applauso del mondo.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Come non sottoscrivere le parole di Socci!
Maria

Unknown ha detto...

Si questa volta Socci dice il vero!

Anonimo ha detto...

Per vari motivi preferisco non pronunciarmi riguardo ciò che scrive (e pensa) Socci, Quantomeno con p. Martini si dimostra coerente.
Alessia

Anonimo ha detto...

Finalmente una voce fuori da questa stomachevole omologazione!! grande Socci come sempre. Martini a me non ha mai detto nulla nè come uomo nè come cultura nè come sacerdote spero che nella Chiesa venga fuori una nuova generazione di sacerdoti fedeli a Cristo alla Chiesa e al Papa di eretici ce ne sono fin troppi

Anonimo ha detto...

Benissimo. Socci ha scritto tutto quello che pensavo. A sentire tutti gli elogi funebri sperticati m'erano proprio venute in mente quelle parole di Gesú. Sono andato a prendere la Bibbia per vedere se me le ricordavo bene, e, tornato al calcolatore, ho trovato l'articolo di Socci che le cita pari pari. Che Gesú misericordioso perdoni il card. Martini e non lo tratti secondo quello che disse in Luca 6, 26.

laura ha detto...

Un articolo coraggioso e veritiero. benissimo!!!!

un ins.di Religione ha detto...

un analisi,quella di Antonio Socci, assolutamente giusta,corretta e soprattutto meravigliosamente e rigorosamente lucida!...e come tale è totalmente condivisibile!!! In questi giorni deve prevalere la pietà cristiana per la persona che è venuta a mancare, ma il card. Martini, va detto chiaramente e a testa alta,è stato un uomo che nella Chiesa ha più diviso che unito!!!

Anonimo ha detto...

titolo del corriere: Chiesa indietro di 200 anni, l'intervista che fa discutere il mondo. E chi può dargli torto se la esibiscono così, visto che è stata affidata a loro? D'ora in avanti più che il Vangelo leggeremo il corriere come maestro di vita
clap clap clap...come sono gli applausi del mondo?
Cosa dirà domani ai funerali la Chiesa di 200 anni fa? Sarebbe bello non vi fosse nessuna ipocrisia, visto che c'è gente che giornalmente viene irrisa per credere e portare avanti i principi di quella Chiesa di 200 anni fa, tra i parroci come tra i fedeli

Anonimo ha detto...

...ecco un fatto sconvolgente, avvenuto alla presenza di migliaia di testimoni ed esaminato in tutti i particolari dai dottissimi Bollandisti.

Era morto a Parigi il professore della Sorbona Raimond Diocré. Nella chiesa di Nòtre Dame si svolgevano i solenni funerali. Oltre a molti semplici fedeli vi parteciparono numerosi professori e discepoli del defunto.

La salma era collocata nel mezzo della navata centrale, coperta, secondo l'uso di quel tempo, da un semplice velo. Cominciate le esequie, allorché il sacerdote disse le parole del rito: "Rispondimi: quante iniquità e peccati hai...?", si udì una voce sepolcrale uscire da sotto il velo funebre: "Per giusto giudizio di Dio sono stato accusato!".

Fu tolto subito il drappo mortuario, ma si trovò il defunto immobile e freddo. La funzione, improvvisamente interrotta, fu subito ripresa fra il turbamento generale. Poco dopo il cadavere si alzò davanti a tutti e gridò con voce ancora più forte di prima: "Per giusto giudizio di Dio sono stato giudicato!".

Lo spavento dei presenti giunse al colmo. Alcuni medici si avvicinarono al defunto, ripiombato nella sua immobilità, e constatarono che era veramente morto. Non si ebbe però il coraggio, per quel giorno, di continuare il funerale e si rimandò al domani.

Intanto le autorità ecclesiastiche non sapevano che cosa decidere. Alcuni dicevano: "E' dannato; non è degno delle preghiere della Chiesa!". Altri osservavano: "Non si può essere sicuri che Diocré sia dannato! Ha detto di essere stato accusato e giudicato, ma non condannato".

Anche il Vescovo fu di questo parere. II giorno seguente fu ripetuto l'ufficio funebre, ma giunti alla stessa frase prevista dal rito: “Rispondimi...” il cadavere si alzò nuovamente da sotto il velo funebre e gridò: "Per giusto giudizio di Dio sono stato condannato all'inferno per sempre!".

Davanti a questa terribile testimonianza, cessarono i funerali e si decise di non seppellire il cadavere nel cimitero comune.

Il prodigio era evidentissimo e molti si convertirono.

Tra i presenti c'era un certo Brunone, discepolo e ammiratore del Diocré; era già un buon cristiano, ma in quell'occasione decise di lasciare le attrattive del mondo e di darsi alla penitenza. Altri seguirono il suo esempio. Brunone divenne fondatore di un Ordine Religioso, il più rigoroso della Chiesa Cattolica: l'Ordine dei Certosini. In seguito morì da Santo.

Chi va oggi a Serra San Bruno, in Calabria, può visitare il monastero fatto costruire dal Santo, ove sono sepolti, tra gli altri, non pochi uomini illustri che hanno lasciato tutto per dedicarsi interamente alla preghiera, al lavoro, all'aspra penitenza e al più rigoroso silenzio.

II mondo potrà giudicare pazzi costoro, ma in realtà sono sapienti; seguendo le orme del fondatore, al pensiero dell'inferno, perseverano nella vita di mortificazione per guadagnarsi il paradiso.