venerdì 24 febbraio 2012

Viaggio del Papa a Cuba, un popolo già in festa. Intervista con mons. Bruno Musarò, nunzio apostolico (Sir)

BENEDETTO XVI A CUBA

Un popolo già in festa
Intervista con mons. Bruno Musarò, nunzio apostolico


Fervono i preparativi a Cuba per il viaggio apostolico di Benedetto XVI, in programma dal 26 al 28 marzo. La tappa all’Isola caraibica è preceduta, dal 23 al 26 marzo, dalla visita in Messico. Un doppio appuntamento, come ha affermato il Papa annunciando l’evento il 12 dicembre 2011, per “proclamare lì la Parola di Cristo e per rafforzare la convinzione che questo è un tempo prezioso per evangelizzare con fede vigorosa, speranza viva e carità ardente”. Come si sta preparando Cuba ad accogliere Benedetto XVI? Risponde mons. Bruno Musarò, nunzio apostolico a Cuba, intervistato da Vincenzo Corrado per Sir.

Quali sono le attese per la visita del Papa? Come ci si sta preparando per questo grande evento?

“Come giustamente sottolineato, si tratta innanzitutto di un grande evento ed è proprio per questo che tutta Cuba, non solo i cattolici dell’Isola, si prepara con fervore ed entusiasmo ad accogliere il successore di Pietro. Il Papa viene qui come ‘pellegrino della carità’, cioè come colui che viene per pregare davanti alla Madonna della carità del Cobre, patrona di Cuba e madre teneramente amata e venerata da tutti i cubani. Le attese sono numerose e ognuno vorrebbe indirizzare al Papa una domanda, una supplica, o semplicemente poter stare con lui anche solo per un attimo. Il programma della visita è molto denso: in due giorni si deve conciliare non solo il pellegrinaggio del Papa al Santuario del Cobre (a circa mille chilometri dalla capitale) in occasione del 400° anniversario del ritrovamento dell’immagine della Madonna, ma anche compiere il gesto significativo di visitare La Habana, dove sarà celebrata una Messa solenne nella piazza della Rivoluzione. Il Papa, come in tutti i viaggi apostolici, viene a visitare la Chiesa pellegrina a Cuba, viene a confermare i suoi fratelli cubani nella fede. La Chiesa da tempo si è mobilitata per preparare questo grande evento, che tutti i cattolici speravano e per il quale pregavano intensamente. Sono testimone di questo desiderio, che è stato come preparato, preannunciato in un certo modo, dal pellegrinaggio dell’immagine della Madonna della carità del Cobre, durante circa un anno e mezzo, attraverso tutta l’Isola. Ho potuto constatare, ogni volta che partecipavo a qualcuna di queste tappe, che la gente, dal vescovo del luogo fino al bambino del catechismo, mi confidava: ‘Spero che il Santo Padre possa venire a visitarci; gli dica che lo aspettiamo!’. Il viaggio di Benedetto XVI è, dunque, atteso da tutti. Al riguardo, voglio rendere omaggio alle autorità civili le quali, fin dall’annuncio ufficiale della visita del Papa, stanno collaborando con impegno accanto alla Chiesa per prepararla”.

Il viaggio di Benedetto XVI segue quello compiuto da Giovanni Paolo II nel 1998. Com’è cambiata l’Isola in questi anni?

“Il viaggio apostolico di Giovanni Paolo II nel gennaio 1998 ha lasciato un’impronta duratura. È bello ascoltare persone che ricordano con gioia di aver assistito a una delle Sante Messe celebrate in diverse città di Cuba o di aver avuto il privilegio di poter stare vicine al Papa o, addirittura, di salutarlo. Tutti ricordiamo ancora le parole profetiche di Giovanni Paolo II: ‘Che Cuba si apra al mondo e il mondo a Cuba!’. Proprio da quell’esortazione, pronunciata davanti a migliaia di cubani e a milioni di telespettatori, scaturisce gran parte dei cambiamenti che stanno caratterizzando la vita della nazione, incominciando dal dialogo tra la Chiesa e il governo. Gli ultimi riguardano il campo economico con un insieme di riforme. Però questi sono i più visivi e mediatizzati, mentre i cambiamenti più importanti sono quelli di cui nessuno parla e che si realizzano nel cuore e nella mente di coloro che hanno accolto il messaggio di Giovanni Paolo II. In sostanza, si tratta della speranza nel futuro dell’Isola, della gioia di sapersi amati e rispettati, intraprendendo così un cammino di riconciliazione e d’impegno per il bene comune. I prigionieri, i malati, le persone sole o abbandonate hanno trovato una ragione per andare avanti, superando con fiducia e coraggio tutti gli ostacoli. Questo è il vero cambiamento: la libertà interiore, il desiderio di crescere nell’amore vero, quello che solo il Signore Gesù ci può dare”.

C’è un “filo” che unisce la visita di Giovanni Paolo II e quella di Benedetto XVI?

“Sì. È il ‘filo’ della carità e della sollecitudine dimostrate dai Romani Pontefici per la nazione cubana. Ora se ne aggiunge un altro, al quale ho appena accennato: quello della riconciliazione tra tutti i cubani dentro e fuori dall’Isola. È stato il tema del pellegrinaggio della Madonna della carità, a cui certamente Benedetto XVI non mancherà di fare riferimento, per riprendere e confermare il messaggio dell’episcopato cubano”.

È possibile “descrivere” l’emozione e la gioia del popolo cubano?

“Sono rimasto particolarmente impressionato dalla fede viva e gioiosa del popolo cubano in occasione del pellegrinaggio della Madonna della carità del Cobre. Migliaia di persone di tutte le condizioni, nella campagna o in città, sono accorse, spesso con mezzi poverissimi di trasporto o di alloggio, per poter vedere e toccare la Madonna che veniva a visitarle. Il medesimo entusiasmo si è registrato anche in tanti giovani, negli alunni delle scuole primarie e secondarie, come pure negli studenti universitari. Ho personalmente assistito lo scorso ottobre, nella diocesi di Pinar del Río, all’arrivo dell’immagine della Madonna nello stadio municipale gremito di gente, portata a spalla dai campioni cubani di basketball dell’anno in divisa! Anche la famosa Scuola di danza di La Habana ha desiderato accogliere la preziosa statua per venerarla. Il popolo cubano è un popolo che vive intensamente tutti gli eventi importanti della vita, specialmente quelli religiosi. Sono certo che il viaggio di Benedetto XVI sarà vissuto con la medesima emozione e anche con entusiasmo”.

Dalla visita di Giovanni Paolo II ad oggi, come ricordava, sono cambiate molte cose. Attualmente qual è il ruolo della Chiesa nel Paese?

“Il ruolo della Chiesa a Cuba, come altrove, è sempre lo stesso: annunciare Gesù Cristo morto e risorto come unico salvatore del mondo. Essa si è mantenuta sempre fedele al mandato ricevuto dal Signore di annunciare il Vangelo, anche nei periodi più difficili; il suo impegno attuale è quello di favorire la riconciliazione tra i cubani per assicurare un futuro migliore per tutti. La sua mediazione per l’indulto ai carcerati è stata molto apprezzata a livello nazionale e internazionale. Essa non si risparmia allo scopo di soccorrere in qualunque modo e lenire le sofferenze materiali e spirituali dei suoi figli e di tutti gli uomini. La Chiesa a Cuba continua la sua azione profetica annunciando le Beatitudini, allo scopo di aiutare tutti a vincere ogni egoismo e ad aprirsi alla speranza che non delude, perché fondata sulla vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte”.

Programma del viaggio

Il programma prevede la partenza dall’aeroporto di Fiumicino per venerdì 23 marzo alle 9.30, con arrivo previsto a Leon, in Messico, all’aeroporto di Guanajuato, alle 16.30, dove ci sarà la cerimonia di benvenuto. Il giorno dopo, 24 marzo, alle 8 è in programma la messa in privato nella cappella del Colegio Miraflores; alle 18 la visita di cortesia al presidente federale Felipe Calderon nella casa del Conde Rul di Guanajuato. Alle 18.45 il saluto ai bambini, nella Plaza de la Paz di Guanajuato. Domenica 25 marzo, alle 10, il Papa presiederà la messa nel Parque del Bicentenario di Leon. Nel pomeriggio (ore 18) i vespri con i vescovi del Messico e dell’America Latina nella cattedrale della Madre Santissima della Luce.
Lunedì 26 marzo, subito dopo la cerimonia di congedo, prevista per le 9, il Papa partirà per Santiago de Cuba. Qui l’arrivo è previsto alle 14, nell’aeroporto internazionale Antonio Maceo, con la consueta cerimonia di benvenuto. Alle 17.30 la messa, con l’omelia di Benedetto XVI, in occasione del 400° anniversario del ritrovamento della Virgen de la Caridad del Cobre nella piazza Antonio Maceo di Santiago de Cuba. Santuario che il giorno successivo il Papa visiterà, poco prima della partenza per La Habana, fissata per le 10.30; l’arrivo, all’aeroporto internazionale Josè Martí, è previsto per le 12. Quello stesso giorno, alle 17.30, la visita al presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri della Repubblica, Raul Castro, al Palacio de la Revolucion di La Habana. Alle 19.15 incontro e cena con i vescovi cubani e con il seguito papale nella nunziatura apostolica. Mercoledì 28, alle 9, la messa nella Plaza de la Revolucion con l’omelia del Papa. Alle 16.30 la cerimonia di congedo all’aeroporto e mezz’ora dopo la partenza. Il ritorno in Italia è previsto per giovedì 29 marzo, alle 10.15, all’aeroporto di Ciampino.

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1 commento:

Augusto Pensotti ha detto...

Speriamo veramente che il viaggio papale porti benefici per il popolo Cubano , magari con piu' liberta' per tutti....