lunedì 20 febbraio 2012

Mons. Nosiglia: il Papa critica l'esegesi moderna che rende irrilevante Gesù (Izzo)

PAPA: NOSIGLIA, CRITICA ESEGESI MODERNA CHE RENDE IRRILEVANTE GESU'

Salvatore Izzo

(AGI) - Torino, 20 feb.

Per Benedetto XVI "il Gesu' storico, come appare dall'esegesi moderna, risulta troppo insignificante nel suo contenuto per poter stabilire un rapporto con la persona di Cristo, al di la' di quello che si realizza con qualsiasi personaggio della storia", in quanto "e' troppo ambientato nel passato per rendere possibile un rapporto personale con Lui".
Lo ha sottolineato l'arcivescovo Cesare Nosiglia, nella lectio magistralis tenuta all'Universita' di Torino, il cui tema e' stato il secondo volume del "Gesu' di Nazaret" di Benedetto XVI-Joseph Ratzinger. Per monsignor Nosiglia, "il Papa dimostra che e' a partire dal Gesu' dei vangeli che si apre la mente e il cuore per incontrare il Gesu' storico e non viceversa. Si tratta di incontrarlo per credere in Lui, vivere di Lui e testimoniarlo con gioia a tutti".
Tale operazione - ha osservato il presule nella lectio, che e' stata pubblicata dall'Osservatore Romano - e' molto piu' impegnativa per questa seconda parte dell'opera, perche' qui si affrontano i testi evangelici relativi alle parole e agli avvenimenti piu' importanti della vita di Gesu'.
Resta comunque sempre fermo il principio, perseguito con metodo scientifico e indagine accurata, di partire dall'ermeneutica dei vangeli senza disattendere la ragione storica dei fatti che e' necessariamente contenuta in essi e che quindi sostiene in un certo modo la fede, che il testo sacro esprime in quanto Parola di Dio, per tutti gli uomini e per tutti i tempi". Secondo l'arcivescovo di Torino, "un altro aspetto significativo della riflessione del Papa sugli avvenimenti centrali della vicenda storica di Gesu' e' dato da una moderna, rigorosa e documentata apologetica che tiene conto degli interrogativi e questioni piu' dibattute circa l'interpretazione dei testi biblici e offre risposte appropriate mediante un uso della ragione e della fede in un dialogo incessante e fecondo per entrambe".
Inoltre, "la riflessione di Benedetto XVI procede sempre in modo lineare e attraverso il confronto aperto con gli esegeti e le varie ipotesi dei loro studi, in particolare degli ultimi secoli. Egli nutre rispetto per le diverse posizioni, ma con chiarezza non disdegna anche di porsi in contrasto con alcune di queste teorie che non reggono, a suo dire, sotto il profilo scientifico oltre che teologico.
Argomenta da teologo, dunque, e ragiona a partire dall'ermeneutica propria dello studioso, ma con una particolare attenzione a far si' che il suo dire sia semplice e comprensibile al piu' vasto pubblico a cui intende rivolgersi".
"Altrettanto importanti - ha rilevato Nosiglia - sono infine i brevi sintetici passi in cui il Papa riassume la verita' di quanto e' stato ampiamente documentato e che appaiono come una luce che illumina la riflessione svolta, aprono alla preghiera e alla professione di fede e sostengono l'agire quotidiano del credente". "Questo - ha concluso il presule - e' in fondo il fine per cui Benedetto XVI ha affrontato la fatica di scrivere i due volumi su Gesu' di Nazaret, attuando cosi' la sua missione di successore di Pietro: quella di confermare nella fede i discepoli del Signore.
E' la risposta che il Papa fa emergere con chiarezza e profondita' dai Vangeli che, come ci ricorda l'apostolo Giovanni, sono stati 'scritti perche' crediate che Gesu' e' il Cristo, il Figlio di Dio, e perche' credendo abbiate la vita eterna'".

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2 commenti:

Andrea ha detto...

" Per monsignor Nosiglia, il Papa dimostra che e' a partire dal Gesu' dei vangeli che si apre la mente e il cuore per incontrare il Gesu' storico e non viceversa ".
Mi pare che l'Arcivescovo sia lontanissimo dal pensiero del Papa. Se dobbiamo partire dalla "fede", abbiamo già rinunciato in partenza a un contatto con Nostro Signore documentato dai fatti e dalle testimonianze.

Ieri, a Torino, un prete ha detto chiaramente nell'omelia che l'episodio del paralitico calato nella casa dove si trovava Gesù è inventato ad arte.
Temo che il suo vescovo sarebbe d'accordo.

Anonimo ha detto...

I vangeli sono fortemente storici.
Per anni ci è stato insegnato il contrario. Anche nei seminari.
Adesso c'è l'inversione di tendenza. Faticosa. Ma inevitabile: basta leggere quel che c'è scritto, senza filtri ideologico-simbolici.
La bussola quotidiana l'ha fatto. E con innegabile serietà.