giovedì 16 febbraio 2012

Essere non conformisti. L'incontro ieri sera al Pontificio seminario maggiore (Sir)

Essere non conformisti

L'incontro ieri sera al Pontificio seminario maggiore in Roma

“È per me sempre una grande gioia” incontrare “i miei seminaristi, i seminaristi di Roma, in cammino verso il sacerdozio, vedere così la Chiesa di domani, la Chiesa che vive sempre”. Lo ha detto, ieri sera, Benedetto XVI, parlando a braccio durante la visita al Seminario romano maggiore in occasione della festa della Madonna della Fiducia. Commentando la Lettera ai Romani di san Paolo, il Papa, ricordando le parole dell’Apostolo delle genti sulla fede nella Chiesa di Roma di cui si parla in tutto il mondo, ha auspicato: “Anche oggi si parla molto della Chiesa di Roma, di tante cose, speriamo che si parli anche della nostra fede, della fede esemplare della Chiesa di Roma”.

Trasformare il mondo. “C'è – ha affermato il Pontefice - un non conformismo del cristiano”, ma “questo non vuol dire che noi vogliamo fuggire dal mondo, che a noi non interessa il mondo; al contrario vogliamo trasformare noi stessi e lasciarci trasformare, trasformando così il mondo. Dobbiamo tener presente che nel Nuovo Testamento soprattutto, nel Vangelo di San Giovanni la parola ‘mondo’ ha due significati e indica quindi il problema e la realtà della quale si tratta: il mondo creato da Dio, amato da Dio, fino al punto di dare se stesso e il suo Figlio per questo mondo; il mondo è creatura di Dio, Dio lo ama e vuol dare se stesso affinché il mondo sia realmente creazione e risposta al suo amore”. Ma c'è anche un altro concetto del mondo, quello che “sta nei poteri del male, che riflette il peccato originale”. “Vediamo questo potere del male oggi – ha evidenziato il Santo Padre - in due grandi poteri, che di per se stessi sono utili e buoni, ma facilmente abusabili: il potere della finanza e il potere dei media. Ambedue necessari, perché possono essere utili, ma talmente abusabili che spesso diventano il contrario rispetto alle loro intenzioni vere”. Infatti, “vediamo come il mondo della finanza possa dominare sull'uomo: l'avere e l'apparire dominano il mondo e lo schiavizzano. Il mondo della finanza non rappresenta più uno strumento per favorire il benessere, per favorire la vita dell'uomo, ma diventa un potere che lo opprime, che deve essere quasi adorato mammona, la vera divinità falsa che domina il mondo”. Di qui l’invito: “Contro questo conformismo della sottomissione a questo potere, siamo non conformisti: non l'avere conta, ma l'essere conta! Non sottomettiamo a questo, usiamolo come mezzo, ma con la libertà dei figli di Dio”.

No al potere dell’apparenza. C’è, poi, il potere dell'opinione pubblica. “Certamente – ha osservato Benedetto XVI - abbiamo bisogno di informazioni, di conoscenza delle realtà del mondo, ma può essere poi un potere dell'apparenza: alla fine conta quanto è detto, più che la realtà stessa. Un'apparenza si sovrappone sopra la realtà stessa, diventa più importante e l'uomo non segue più la verità del suo essere, ma vuole soprattutto apparire, essere conforme a queste realtà”. Anche contro questo “c'è il non conformismo cristiano: non vogliamo sempre essere conformati, lodati, vogliamo non l'apparenza, ma la verità e questo ci dà libertà e la libertà vera, cristiana, il liberarsi da questa necessità di piacere”, di “parlare come la massa pensa che dovrebbe essere e avere la libertà della verità e così ricreare il mondo che non sia oppresso dall'opinione, dall'apparenza che non lascia più apparire la realtà stessa”, quasi il mondo virtuale fosse “più vero, più forte” del reale. Se “non si vede più il mondo reale della creazione di Dio”, occorre reagire: “Il non conformismo del cristiano ci redime, ci restituisce alla verità. E preghiamo il Signore perché ci aiuti a essere uomini liberi in questo non conformismo che non è contro il mondo, ma è il vero amore del mondo”.

Trasformati dal Signore. San Paolo invita anche a “trasformare, rinnovando il vostro modo di pensare”. Dunque, un invito a “lasciarsi trasformare dal Signore nella forma dell'immagine di Dio, trasformarci ogni giorno di nuovo per la sua realtà alla verità del nostro essere”. Per il Papa, il “rinnovamento” è “la vera novità, che non ci sottoponiamo alle opinioni, alle apparenze, ma alla grazia di Dio, alla sua rivelazione. Lasciamoci formare, plasmare perché appaia realmente nell'uomo l'immagine di Dio”. Non solo: il “rinnovamento, questa trasformazione comincia con il rinnovamento del pensare”. Perciò, “la ragione stessa deve essere rinnovata. Rinnovata non secondo le categorie del consueto, ma rinnovare vuol dire realmente lasciarci illuminare dalla verità che ci parla nella Parola di Dio. E così finalmente imparare il nuovo modo di pensare”, che “non obbedisce al potere e all'avere, all'apparire”, ma “obbedisce alla verità del nostro essere che abita profondamente in noi e ci è ridonata nel Battesimo”. In effetti, “rinnovare il modo di pensare ogni giorno è un compito proprio nel cammino dello studio della Teologia della preparazione per il sacerdozio”. Studiare bene la Teologia “ con l'ascolto verso Dio stesso che ci parla è il cammino di rinnovamento del pensare, di trasformazione del nostro essere e del mondo”. “Conoscere e discernere la volontà di Dio, quanto è buono, questo è fondamentale nella nostra vita”, ha concluso il Pontefice.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Raffy,ti segnalo un articolo sulla Bussola su padre Oblinger,prete tedesco fedele al papa,esplicativo al massimo

Anonimo ha detto...

Speriamo si diano una mossa con la trascrizione.
Alessia