mercoledì 8 febbraio 2012

Ascoltiamo il grido dei poveri. Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima (O.R.)

Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima

Ascoltiamo il grido dei poveri

Interessarsi all'altro vuol dire «aprire gli occhi sulle sue necessità» senza «anteporre a tutto i propri interessi e le proprie preoccupazioni», ed evitando di lasciarsi soffocare dalla «ricchezza materiale» e dalla «sazietà». Lo scrive il Papa nel messaggio per la Quaresima 2012, presentato questa mattina, martedì 7 febbraio, nella Sala Stampa della Santa Sede.
Avendo come riferimento il passo biblico tratto dalla Lettera agli Ebrei «Prestiamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone » (10, 24), Benedetto XVI propone alla riflessione quaresimale dei fedeli tre aspetti della vita cristiana: l'attenzione all'altro, la reciprocità, la santità personale.
Quanto al primo, il Pontefice denuncia il diffuso atteggiamento di indifferenza e disinteresse -- favorito «dall'egoismo mascherato da una parvenza di rispetto per la “sfera privata”» -- che impedisce all'uomo di prendersi cura dell'altro. «Il mondo soffre oggi soprattutto di una mancanza di fraternità» constata richiamando un'espressione della Populorum progressio di Paolo VI. E ricorda che «la responsabilità verso il prossimo significa volere e fare il bene dell'altro, desiderando che anch'egli si apra alla logica del bene».
Nel messaggio il Papa mette in guardia soprattutto dal pericolo di «avere il cuore indurito da una sorta di “anestesia spirituale” che rende ciechi alle sofferenze altrui». Pericolo oggi più che mai incombente in un contesto culturale che «sembra aver smarrito il senso del bene e del male» e che favorisce perciò l'incapacità di «avere misericordia» verso chi soffre. Da qui l'invito di Benedetto XVI: «Mai il nostro cuore deve essere talmente assorbito dalle nostre cose e dai nostri problemi da risultare sordo al grido del povero».
Un invito che per il Pontefice deve estendersi anche alla preoccupazione per il «bene spirituale» dell'altro. Non a caso la parte centrale del messaggio è dedicata al tema della «correzione fraterna in vista della salvezza eterna»: aspetto della vita cristiana che sembra «caduto in oblio» ma che va rilanciato sul modello della Chiesa dei primi tempi. «Oggi -- nota Benedetto XVI -- si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli». Dimenticando così che «Cristo stesso comanda di riprendere il fratello che sta commettendo un peccato» e che la tradizione della Chiesa ha sempre annoverato tra le opere di misericordia spirituale quella di «ammonire i peccatori». C'è bisogno quindi -- ribadisce il Papa -- «di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona».
Riguardo all'aspetto della reciprocità, il Pontefice ricorda che «la nostra esistenza è correlata con quella degli altri, sia nel bene che nel male». E dunque «sia il peccato, sia le opere di amore hanno anche una dimensione sociale». Quanto alla santità, infine, il messaggio esorta i cristiani ad avanzare senza soste nella vita di fede «per giungere alla piena maturità di Cristo».

(©L'Osservatore Romano 8 febbraio 2012)

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