lunedì 9 gennaio 2012

Crisi, il Papa: esprime malessere profondo della società. Prezzo più alto pagato da Terzo Mondo e dai giovani. Primavera araba, Benedetto XVI: dialogare con i promotori, anche in Siria (Izzo)

CRISI: PAPA, ESPRIME MALESSERE PROFONDO DELLA SOCIETA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 gen.

"Gli sviluppi gravi e preoccupanti della crisi economica e finanziaria mondiale", non devono far dimenticare che l a crisi che viviamo nel momento attuale e’ anche "politica e sociale" e rappresenta "la drammatica espressione di un profondo malessere" della societa’.
Benedetto XVI ha voluto ricordarlo agli ambasciatori accreditati in Vaticano, che ha ricevuto nella Sala Regia del Palazzo Apostolico per il tradizionale e solenne scambio di auguri d’inizio anno. Per il Papa, "la crisi puo’ e deve essere uno sprone a riflettere sull’esistenza umana e sull’importanza della sua dimensione etica, prima ancora che sui meccanismi che governano la vita economica: non soltanto per cercare di arginare le perdite individuali o delle economie nazionali, ma per darci nuove regole che assicurino a tutti la possibilita’ di vivere dignitosamente e di sviluppare le proprie capacita’ a beneficio dell’intera comunita’". L’esortazione del Pontefice ai Governi e ai cittadini dei 180 Paesi che hanno rapporti diplomatici con la Santa Sede, e’ dunque a "non scoraggiarsi ma riprogettare risolutamente il cammino, con nuove forme di impegno".

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CRISI: PAPA, PREZZO PIU' ALTO LO PAGANO TERZO MONDO E GIOVANI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 gen.

La crisi economica e finanziaria mondiale "non ha colpito soltanto le famiglie e le imprese dei Paesi economicamente piu’ avanzati, ma ha inciso profondamente anche sulla vita dei Paesi in via di sviluppo".
Benedetto XVI lo ha affermato nel discorso d’inizio anno rivolto al Corpo Diplomatico accreditato in Vaticano. E nei Paesi dell’Occidente dove ha avuto origine, ha aggiunto, si e’ creata una situazione difficile "in cui molti, soprattutto tra i giovani, si sono sentiti disorientati e frustrati nelle loro aspirazioni ad un avvenire sereno".
In particolare, infatti, "gli effetti dell’attuale momento di incertezza colpiscono particolarmente i giovani".
"Dal loro malessere - ha ricordato inoltre Papa Ratzinger - sono nati i fermenti che nei mesi scorsi hanno investito, talvolta duramente, diverse Regioni".

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PRIMAVERA ARABA: PAPA, DIALOGARE CON PROMOTORI; ANCHE IN SIRIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 gen.

Un forte appello a dialogare con i promotori dei diversi moti della cosiddetta "Primavera Araba" e' stato lanciato oggi da Benedetto XVI nel suo discorso d’inizio anno al Corpo Diplomatico accreditato in Vaticano.
"Una grande preoccupazione", Ratzinger ha voluto esprimerla in particolare "per le popolazioni dei Paesi in cui si susseguono tensioni e violenze, in particolare la Siria, dove - ha detto - auspico una rapida fine degli spargimenti di sangue e l’inizio di un dialogo fruttuoso tra gli attori politici, favorito dalla presenza di osservatori indipendenti".
Il Papa teologo ha proposto agli ambasciatori una sua analisi del fenomeno: "Nel Nord Africa e nel Medio Oriente, i giovani, che soffrono tra l’altro per la poverta’ e la disoccupazione e temono l’assenza di prospettive certe, hanno lanciato - ha detto - quello che e’ diventato un vasto movimento di rivendicazione di riforme e di partecipazione piu’ attiva alla vita politica e sociale" del quale "e’ difficile attualmente tracciare un bilancio definitivo ed anche comprenderne appieno le conseguenze per gli equilibri della Regione".
"L’ottimismo iniziale ha tuttavia ceduto il passo - sono ancora riflessioni del Papa - al riconoscimento delle difficolta’ di questo momento di transizione e di cambiamento". "Mi sembra evidente - ha detto in proposito Joseph Ratzinger - che la via adeguata per continuare il cammino intrapreso passa attraverso il riconoscimento della dignita’ inalienabile di ogni persona umana e dei suoi diritti fondamentali".
Infatti, ha continuato, "il rispetto della persona dev’essere al centro delle istituzioni e delle leggi, deve condurre alla fine di ogni violenza e prevenire il rischio che la doverosa attenzione alle richieste dei cittadini e la necessaria solidarieta’ sociale si trasformino in semplici strumenti per conservare o conquistare il potere".
"Invito la Comunita’ internazionale - ha quindi scandito il Pontefice - a dialogare con gli attori dei processi in atto, nel rispetto dei popoli e nella consapevolezza che la costruzione di societa’ stabili e riconciliate, aliene da ogni ingiusta discriminazione, in particolare di ordine religioso, costituisce un orizzonte piu’ vasto e piu’ lontano di quello delle scadenze elettorali".

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